
di Aldo Baquis Dopo i due incontri di questa settimana alla Casa Bianca fra Donald Trump e Benyamin Netanyahu i...
Dopo i due incontri di questa settimana alla Casa Bianca fra Donald Trump e Benyamin Netanyahu i nuovi equilibri in Medio Oriente sono adesso oggetto di un intenso lavorio diplomatico a Doha. Nella capitale del Qatar proseguono i contatti indiretti fra Israele e Hamas mentre si attende ancora l’arrivo dell’emissario Usa Steve Witkoff, incaricato di finalizzare la tregua per Gaza che nei giorni scorsi sembrava a portata di mano e che nel frattempo è tornata nell’incertezza. Da parte di Hamas c’è scetticismo, viste le richieste israeliane e per alcuni fonti palestinesi avrebbe già rigettato la proposta di tregua. Lontana delle manovre diplomatiche, Gaza resta zona di guerra. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha affermato che ieri nuovi spargimenti di sangue si sono avuti nei pressi di uno dei centri di distribuzione di aiuti alimentari allestiti a Rafah da una Ong, la ‘Ghf’, sostenuta da Stati Uniti ed Israele. Nei disordini, hanno riferito fonti mediche, "sono rimaste uccise almeno 27 persone". Hanno aggiunto che corpi straziati, avvolti in sudari, sono stati trasportati nel vicino ospedale Nasser. Il portavoce militare ha però replicato di non essere "a conoscenza di persone che sarebbero state colpite dal fuoco dei nostri militari accanto a quel centro". "Noi – ha assicurato l’Idf – continuiamo a consentire la distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia" "Occorre guardarsi bene – ha concluso – dalla diffusione di notizie non verificate". Intanto la Wafa ha anche riferito, citando fonti mediche, che "negli ultimi mesi almeno 67 bambini sono morti per grave denutrizione a Gaza, in seguito ad un blocco mantenuto da 133 giorni consecutivi". Le immagini di corpicini scheletrici si stanno ormai diffondendo sui social. E in tutta la Striscia sono proseguiti contro ‘obiettivi di Hamas’, come li ha definiti l’Idf, intensi bombardamenti con decine di morti. Hamas nell’ultima settimana ha portato a segno due operazioni di guerriglia e tentato di rapire i corpi di due soldati. Secondo un sondaggio l’82% dei cittadini vuole ormai la fine del conflitto a Gaza. Anche ieri si sono svolte manifestazioni per un accordo sulla tregua che includa la liberazione in blocco di tutti gli ostaggi si sono avute nelle strade ed altrove. Tuttavia secondo Netanyahu Israele non può rinunciare, in cambio di una tregua iniziale di 60 giorni, ad aree occupate negli ultimi tre mesi nella ‘Operazione Carri di Gedeone’. Hamas vuole il ritiro completo. Questo – assieme alle intese per la distribuzione degli aiuti umanitari - è uno degli ostacoli che impediscono il raggiungimento di una tregua a Gaza.