Lunedì 29 Aprile 2024

Gaia e Pietro ora hanno la stessa madre

Davide

Rondoni

È accaduta la scena che fa tremare le fondamenta del mondo. La madre di Gaia è diventata anche madre di Pietro. La madre della vittima anche madre del colpevole. Per poco, ma non per questo meno veramente, meno profondamente. E questa scena di cui scriviamo su un giornale effimero resta scritta per l’eternità. Certe cose le capiscono solo le madri. Infatti la frase l’ha detta lei. La madre. Con una spudoratezza che anche in questo caso arriva più velocemente al cuore. "Mi dispiace anche per lui" ha detto la madre di Gaia, "è un ragazzo", ha aggiunto parlando di Pietro che investendola le ha ucciso la figlia insieme all’amica Camilla. Ha detto quel che in fondo pensiamo tutti ma forse molti si vergognavano di dire. Ma le madri sanno quanto amore ci può essere oltre i confini di ogni amore, e quanto dolore può esserci, ancora e ancora, dopo ogni dolore. E quanta forza oltre ogni forza. Lo imparano dal parto, e da tutti i giorni dopo il parto. E da tutte le madri prima di loro. Noi uomini forse possiamo impararlo in altro modo, noi padri, noi uomini che amiamo, ma loro lo imparano forse con uno schianto maggiore. Nel giorno della inevitabile e anche imperfettissima giustizia umana, dinanzi alla sentenza, la madre ha detto le parole più giuste e profonde. "Mi dispiace anche per lui". Per chi sventuratamente le ha strappato il cuore dal cuore. Lo ha detto di lui perché è un figlio, e lei sa cosa c’è nel cuore di una madre. Madre di Gaia, madre di Pietro, e madre di Camilla, ognuna con il proprio personale dolore e con il dolore di tutti. Il virus peggiore è la chiusura nel proprio dolore, nel risentimento. Ma la madre ha indicato ancora una volta la strada, oltre ogni giustizia. Oltre ogni giudizio o contabilità delle sofferenze. A quelle parole potrà attaccarsi anche lui, il ragazzo dalla vita segnata, perché la madre ha detto che lui no, non è solo quel che ha commesso.