Arezzo, 19 dicembre 2014 - C'è cascata una signora dell’Arezzo bene, vittima di una banda sempre in agguato. Nello stesso giorno una vicina del palazzo di fronte se l’è cavata per un pelo e gli specialisti di questa sorta di gioco delle tre carte ci riproveranno.
L’accento è napoletano, la fantasia spigliata, la storia apparentemente verosimile, anche se serve solo a spillare quattrini.
Comincia tutto con una telefonata, stavolta in un palazzo residenziale di via Margaritone, chi parla si spaccia per avvocato di una compagnia di assicurazione: «Signora, suo genero ha avuto un incidente, niente di grave. Ma era senza documenti e lo hanno portato in questura. Servono tremila euro per farlo tornare libero».
La signora va in apprensione ma è abbastanza lucida per dire che no, senza parlare col parente, i soldi non li paga. Pochi istanti e l’apparecchio squilla di nuovo: «Ho bisogno, paga, soltano così potrò uscire da questo incubo».
Uno della banda la tiene al telefono, un altro, in jeans, blazer blu, cravatta e accento napoletano, suona al campanello nel giro di cinque minuti. La signora spiega che tremila euro in casa non li ha, arriva a mille. «Va bene anche così» Poi quello con la giacca blu prende i soldi, saluta e se ne va. La vicina si salva perché quando le dicono che il figlio ha avuto un incidente oppone sicura: «Impossibile, ci ho appena parlato».