di Ettore Maria Colombo Via tutti, o quasi tutti, i ministri tecnici e dentro molti ministri politici, di partito, ma con una forte presenza di figure femminili (e qui i ministri al governo, specie quelli del Pd, già tremano). Il premier? Un tecnico, se sarà un governo scialbo (Franco o Cartabia in pole) o un leader di partito (Di Maio se sarà dei 5S, Giorgetti se lo indicherà la Lega, Franceschini o Guerini se toccherà al Pd) se invece si preferirà una soluzione tutta politica. Una soluzione che avrebbe il consenso del nuovo presidente della Repubblica, Mario Draghi, il quale ha già fatto sapere, in via ufficiosa, che "se toccasse a me, per il Quirinale, non potrei certo indicare il mio successore o mettere io a punto il nuovo esecutivo. Lascerei mano libera ai politici, sarebbero i leader a trovare l’accordo tra loro". Se – e non è affatto detto, anzi… – Draghi riuscisse nell’impresa di andare al Colle più alto, quale sarebbe il governo che dovrebbe garantire una "transizione ordinata" sino a fine legislatura? Si parte dalle affermazioni dei due leader che dovrebbero garantire a Draghi l’ascesa al Colle, Matteo Salvini ed Enrico Letta. Il primo ha detto che "la Lega resterà, in ogni caso, al governo perché ci sono ancora tante cose da fare". Più chiaro di così si muore. Del resto, Salvini doveva pur rintuzzare la minaccia di Berlusconi ("se Draghi va al Colle, FI uscirà dal governo") e tacitare l’ala governista del suo partito, che – davanti ai rischi di uscita della Lega dal governo, più volte ventilati – era entrati in fibrillazione. Il secondo, nella Direzione del Pd di sabato, ha chiesto, ai leader di tutti i partiti di maggioranza, un patto di legislatura che si compone di tre punti: "Elezione di un presidente di garanzia ...
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