Perugia, 2 marzo 2024 – Dai ministri Guido Crosetto, Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin, Adolfo Urso, Elisabetta Casellati (e marito) e Giuseppe Valditara ai sottosegretari Andrea Delmastro, Giovanbattista Fazzolari e Federico Freni. Ma anche Marta Fascina, parlamentare di Forza Italia e ultima compagna di Silvio Berlusconi, Olivia Paladino, fidanzata di Giuseppe Conte. Per non scordare Matteo Renzi, leader di Iv, Carlo Bonomi, già presidente di Confindustria, Roberto Cingolani (Finmeccanica), Vittorio Colao e i figli di Denis Verdini, Tommaso e Francesca, quest’ultima compagna di Matteo Salvini. Vita, morte, miracoli, case e compensi in un archivio informatico. Dai precedenti di polizia al catasto, dalle segnalazioni economiche sospette alle transazioni bancarie: un mega cervellone in grado di passare ai raggi x potenti, loro familiari ma anche illustri sconosciuti finiti nel mirino degli indagati. Un’attività di dossieraggio (anche se non c’è prova che tutte le informazioni siano state usate) che non ha risparmiato alcuno e che sarebbe stata portata avanti illegalmente da Pasquale Striano, già finanziere in servizio alla procura nazionale antimafia, in alcune circostanze con la complicità del sostituto procuratore Antonio Laudati (in passato responsabile del Servizio Sos, segnalazioni operazioni sospette). In alcuni casi per passare le informazioni ai giornalisti che ne facevano richiesta (molti dei nominativi sono legati a fatti di cronaca), in altri per favori agli amici, in altri promuovere attività pre-investigative da far poi transitare nelle procure competenti (Roma e Napoli) e danneggiare – secondo l’ipotesi di accusa – il personaggio di turno. Come il presidente della Figc Gabriele Gravina.
C’è tutto questo e altro ancora – da scoprire – nell’indagine della procura di Perugia, diretta da Raffaele Cantone avviata per accesso abusivo a sistemi informatici, falso e abuso d’ufficio che ha scoperchiato un vaso di Pandora sull’accesso illegale alle banche dati e ora cerca di capire perché un sottufficiale della Finanza e un magistrato si siano prestati al ‘gioco sporco’, insieme a oltre una dozzina di persone finite nel registro delle notizie di reato. Otto sono giornalisti tra cui tre del Domani, che nell’ottobre del 2022 pubblicarono gli articoli sui compensi ricevuti dal ministro Guido Crosetto, sostenendo che fosse stato pagato da Leonardo e dando il la per la presentazione della denuncia e l’apertura del fascicolo passato da Roma al capoluogo umbro per il coinvolgimento di magistrati della capitale. Gli investigatori hanno trovato traccia anche del passaggio di file con tanto di commenti via mail "aprili tutti qualcuno non è il tuo" e altri con i nominativi dei big, politici perlopiù.
Gli accessi abusivi analizzati dagli inquirenti sono circa 800 avvenuti tra il 2019 e il 2022 dallo Sdi (che registra precedenti e controlli di polizia) a Serpico (che riporta dati bancari e anagrafica tributaria) quando, già prima dell’avvio degli accertamenti, Striano venne sollevato dall’incarico e la Procura nazionale antimafia cambiò organizzazione. Nelle quasi settanta pagine di invito a comparire per Striano, difeso dall’avvocato Massimo Clemente, ci sono anche i nomi di parecchi europarlamentari (compresa la toscana Susanna Ceccardi della Lega), il governatore della Liguria, Giovanni Toti e poi il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, Andrea Ceccherini, imprenditore fiorentino presidente dell’Osservatorio permanente giovani-editori, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e quello di Venezia, Luigi Brugnaro, mentre un altro nome sul quale il finanziere avrebbe interrogato i sistemi informatici in cerca di notizie è l’ex sottosegretario leghista Claudio Durigon e il giurista Piero Guido Alpa, già mentore dell’ex premier Conte. Se è per questo un accesso ha riguardato anche l’avvocato amico di Conte, Luca Di Donna, già finito nei guai per le mascherine all’epoca del Covid. E un altro quel Luca Morisi che – salvo omonimie – fu l’inventore della ‘Bestia’ di Salvini. C’è poi quel Fabrizio Centofanti, imprenditore romano finito nei guai insieme a Luca Palamara, ex presidente dell’Anm e l’avvocato plurinquisito Piero Amara, ma anche: il governatore della Calabria, appena eletto vicesegretario di Forza Italia, Roberto Occhiuto, il vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D’Ercole, Maurizio Gelli, figlio del Venerabile, l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, Letizia Moratti, il giornalista-saggista Claudio Velardi, l’imprenditore-editore Francesco Gaetano Caltagirone.
Digitati pure i nomi di persone estranee alla politica, come Fedez (Federico Leonardo Lucia) o, nel 2021, l’allora presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’allenatore Massimiliano Allegri e il calciatore Cristiano Ronaldo. E poi l’avvocato Maurizio Lupoi, inventore dei trust e anche Pietro Beretta, quantomeno omonimo della casa di armi più famosa d’Italia. Convocato per essere interrogato dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone, Striano ha mandato a dire dal proprio avvocato che non intendeva presentarsi, avvalendosi (per ora) della facoltà di non rispondere. Il sostituto procuratore della Dna Laudati, prossimo alla pensione, invece sarà sentito nei prossimi giorni.