"Non abbiamo paura". Dice tutto lo slogan
con cui una cinquantina
di donne afghane hanno manifestato a Herat
per il diritto al lavoro, all’istruzione, alla vita, contro l’oscurantismo talebano che le vorrebbe di nuovo invisibili, segregate nel buco nero di case-prigioni. Con
il velo islamico, ma senza il burqa, dalle foto
che circolano sui social, qualcuna con le unghie laccate, hanno lanciato dalla “liberale“ capitale dell’Afghanistan occidentale la sfida
al costituendo esecutivo degli studenti coranici per mettere in chiaro:
il Paese non è più quello di vent’anni fa.