Lunedì 29 Aprile 2024

Disastro ferroviario Condannato Moretti Dopo 13 anni si scusa, ma i parenti insorgono

Nell’appello bis a Firenze tredici imputati colpevoli e tre assolti. Cinque anni all’ex ad di Fs: "Non ho mai voluto suscitare dolore". I familiari delle vittime: parole strumentali, sicurezza inesistente

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Non ci sarà sentenza che restituirà 32 vite alle rispettive famiglie. Non ci sarà risarcimento che ripagherà i danni di quella notte di 13 anni fa. Ma ci sono i processi che devono accertare le responsabilità per il disastro ferroviario che colpì il cuore di Viareggio, il 29 giugno 2009, quando un carro cisterna carico di Gpl uscì dai binari e scatenò l’inferno. E quello conclusosi ieri a Firenze, dinanzi alla corte d’appello, potrebbe essere il penultimo. Perché soltanto la Cassazione, a questo punto, potrà lasciare un’alternativa a Mauro Moretti, all’epoca della strage amministratore delegato della holding Fs. Con Moretti, condannato a 5 anni, sono stati nuovamente giudicati colpevoli di incendio e disastro colposo tutti i vertici di Ferrovie: il successore di Moretti, Mario Michele Elia e l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano (4 anni, 2 mesi e 20 giorni per entrambi), oltre all’ex direttore della divisione cargo Mario Castaldo (4 anni). Per gli imputati tedeschi e austriaci di Gatx e Jungenthal, condanne tra i 4 anni e 2 mesi e i 6.

Tre le assoluzioni: confermata quella del supervisore delle officine Jungenthal, Joachim Lehmann, e, novità rispetto al precedente appello, giungono quelle di Emilio Maestrini di Trenitalia e Francesco Favo di Rfi. Le pene più basse (2 anni, 10 mesi e 20 giorni) inflitte a Paolo Pizzadini e Daniele Gobbi Frattini della Cima Riparazioni. Sanzioni complessivamente più lievi rispetto a quelle richieste, ma sono soddisfatti i rappresentanti dell’accusa, il pm di Lucca Salvatore Giannino e il pg Sergio Affronte: "L’impianto accusatorio ha sostanzialmente retto e il reato di disastro ferroviario è stato riconosciuto a tutti i vertici delle aziende italiane e straniere", hanno commentato dopo aver preso visione del dispositivo letto dal presidente Angelo Grieco. Sentenza "deludente" per Ambra Giovene, difensore di Moretti. L’ingegnere, assente alla lettura della sentenza, presente invece in mattinata per un ultimo tentativo di convincere i giudici e chiedere scusa per la prima volta dopo 13 anni di silenzio ai viareggini e ai familiari delle vittime che nel sentire quelle parole, hanno girato le sedie e mostrato la schiena: "Sono parole che ci hanno indignato – ha detto Marco Piagentini che quella notte perse la moglie e due figli di 2 e 4 anni – perché non può venire a citare i familiari delle vittime dopo 13 anni, utilizzandoli e strumentalizzandoli per il suo tornaconto. Questo è vergognoso e rispecchia la persona di basso profilo quale è".

Nel suo lungo intervento durato circa un’ora l’ingegner Moretti ha cercato di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati sottolineando che che la sicurezza è sempre stata per lui una priorità. "Nessuna azienda ferroviaria al mondo ha investito così tanto in sicurezza in così poco tempo", ha detto rimarcando che dal 2000 al 2009 gli incidenti rilevanti sono passati da 93 a 13 all’anno. "Allora ci poniamo una domanda – ha replicato Piagentini –: come è possibile che con tutti i sistemi di sicurezza che ha elencato, tutte le procedure, tutti i soldi che hanno messo per la sicurezza in questi anni, tutte le competenze che hanno messo a disposizione della sicurezza, a Viareggio il 29 giugno sia transitato un treno con una bomba sopra e con gli assili così marci che dal 1974 non venivano controllati?".

Stefano Brogioni

Paolo Di Grazia