Giovedì 9 Maggio 2024

Davide Villa morto dopo il vaccino Astrazeneca, i familiari chiedono la riapertura delle indagini. Il fratello del poliziotto: “Emersi nuovi fatti”

Nel terzo anniversario della scomparsa del vice sovrintendente della squadra mobile di Catania, mamma e fratelli tornano a chiedere verità e giustizia

La somministrazione di un vaccino e Davide Villa

La somministrazione di un vaccino e Davide Villa

Catania, 6 marzo 2023 – Ci sono dolori, e ferite, che il tempo non può rimarginare. E anzi, man mano che ci si allontana dall’immediatezza dello strazio e si mettono a fuoco le circostanze, diventa insopportabile il peso del tempo che passa senza dare conto di una morte, tanto più se prematura e ingiusta. Così è per la famiglia del vice sovrintendente della Polizia in servizio presso la squadra Mobile di Catania Davide Villa, morto il 6 marzo 2021 dopo la somministrazione del vaccino anti Covid-19, prodotto da AstraZeneca.

La mamma: “Verità e giustizia per Davide”

Sono passati tre anni da quella morte rimasta senza un perché e la madre e i fratelli di Davide, tornano a chiedere verità e giustizia per un poliziotto che non si è mai sottratto al dovere, un padre premuroso, un figlio amorevole (Davide si è vaccinato subito per accudire la mamma anziana e malata), un fratello, amico e collega insostituibile. Una morte sulla quale restano ancora tanti interrogativi. Anche per questo, nel terzo anniversario della scomparsa, i familiari fanno sapere di aver chiesto alla Procura della Repubblica di Messina la riapertura delle indagini per l’ipotesi di omicidio colposo.

Chiesta riapertura indagini dopo “nuovi fatti emersi”

“Una richiesta – spiega il fratello Fabrizio – inoltrata a seguito dei nuovi e inquietanti fatti emersi dall’inchiesta giornalistica realizzata da Report. Davide è stato la prima vittima in Italia a causa del vaccino Astrazeneca. Dopo di lui altre tragedie mortali si sono succedute con le stesse modalità e lo stesso vaccino”. Anche i legali dei familiari delle vittime Augusta Turiaco, Zelia Guzzo e Mario Turrisi, hanno chiesto alle rispettive Procure della Repubblica competenti, Gela e Messina, la riapertura delle indagini e l’accertamento della verità. “Ci auguriamo – prosegue Fabrizio Villa –  che la Procura di Messina voglia accogliere la richiesta formulata dal nostro legale, Stefano Maccioni. 

Il legale: “Permane zona d’ombra”

"Ancora oggi – ha sottolineato l’avvocato Maccioni non sono stati svolti i necessari approfondimenti sulla effettiva conoscenza da parte della casa produttrice del vaccino sulle eventuali conseguenze che questo avrebbe potuto provocare. Continua a permanere una zona d’ombra su come siano state concesse le relative autorizzazioni alla somministrazione di quel vaccino e, soprattutto, sui risultati della sperimentazione effettuata da AstraZeneca”.

Caso archiviato 

I consulenti nominati dal pubblico ministero della Procura di Messina durante le indagini, successivamente chiuse con l’archiviazione del caso il 21 marzo 2023, “hanno stabilito, come per gli altri casi, il nesso di causalità tra il vaccino e la morte di Davide Villa. Su queste tragedie restano aperti tanti interrogativi. Allo stato attuale permangono diverse ombre e inquietanti dubbi, e si auspica che questa volta il Coordinamento delle Procure italiane ed europee che si è occupato delle morti italiane ed estere a causa del vaccino, voglia indagare e accertare i fatti, approfondire e fare chiarezza in nome di Augusta, Zelia, Davide, Mario e delle tante vittime del vaccino AstraZeneca”, si legge in un comunicato congiunto dei legali Valerio Messina, Daniela Agnello Stefano Maccioni, Angelo Tudisca, Cozza Antonio, Carlo Peluso e Assunta Costanza.

L’appello

“Davide ha salvato con il suo sacrificio tante vite umane – conclude il fratello Fabrizio –. La sua morte ha messo in guardia dai rischi che ne potevano derivare, costringendo le autorità a prendere alcuni provvedimenti, fino alla sospensione. Io, mia mamma e le mie sorelle, ci auguriamo che si possano riaprire le indagini per far luce sulle modalità di come si sia arrivati all’autorizzazione su larga scala di quel vaccino”.