ArchiveCovid e picco contagi: l'ottimismo degli esperti. Ma dalla Finlandia incognita Omicron 2

Covid e picco contagi: l'ottimismo degli esperti. Ma dalla Finlandia incognita Omicron 2

Sileri: "Inizierà discesa". Crisanti: "Situazione transitoria". Pregliasco: "Finirà quando non ne parleremo". E Bassetti: "Dobbiamo voltare pagina"

Roma, 21 gennaio 2022 - Con il virus ci dovremo convivere, è il monito della maggior parte degli esperti. Ma il picco di contagi, dopo mesi di risalita della curva, è stato raggiunto? E' una domanda lecita, viste anche le decisioni di Gran Bretagna e Francia di allentare le restrizioni anti-Covid e dell'Austria di approvare l'obbligo di vaccinazione. L'Europa va in ordine sparso ma nel nostro Paese, al momento, sembra che la linea sia ancora quella della prudenza: sono entrate in vigore nuove regole sul super Green pass e altre regioni da lunedì passano in zona arancione, una fascia, appunto, dove le misure sono più severe. Vediamo allora cosa dicono gli esperti, mentre dalla Finlandia arriva l'incognita Omicron 2

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Sommario

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Brusaferro: "Dopo 12 settimane di crescita, stabilità"

"Dopo 12 settimane di crescita continua dell'epidemia di Covid-19 si osservano questa settimana dei segnali di stabilizzazione dell'incidenza, della trasmissibilità dei casi e dell'occupazione dei posti letto in terapia intensiva. L'utilizzo dei servizi ospedalieri resta però importante ed è necessario non incrementare ulteriormente questo impegno". Così il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, commentando il monitoraggio settimanale Iss-ministero Salute. "Sapendo che Omicron è largamente dominante - aggiunge -, è fondamentale il rispetto rigoroso delle misure comportamentali e garantire la copertura vaccinale".

Sileri: "Stabilizzazione"

Il picco dei contagi è stato raggiunto e "adesso vedremo un plateau, una stabilizzazione, la cupola di questa curva. Poi inizierà una discesa, così come sta accadendo in quei Paesi che hanno vissuto Omicron prima di noi, come il Regno Unito". Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, è fiducioso: "Prima calano i contagi, poi i ricoveri e alla fine i decessi - spiega -. In questo caso non accadrà prima di diverse settimane da oggi. Però già un notevole calo dei contagi porterà il sistema ad essere più sostenibile in termini di tracciamento, ma anche della nostra quotidianità, penso ad esempio alle scuole". In questa situazione, parlare di quarta dose "è estremamente prematuro e fuorviante, non fa altro che portare incomprensioni", chiarisce la sua posizione Sileri, sottolineando che "i soggetti meno immunocompetenti possono avere bisogno di un ulteriore rinforzo, bisognerà capire chi sono questi soggetti e quando dovranno fare la quarta dose". Ma, prosegue, "se oggi mi chiedete se a ottobre dovremo fare un'altra dose di vaccino, io rispondo che è ipotizzabile".

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Crisanti: "Situazione transitoria"

Stiamo uscendo dal Covid? Per Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova, ''siamo in una situazione transitoria ma meno peggio di quanto credevamo due mesi fa". Dalle prossime settimane, aggiunge, "ci sarà un importante calo della curva dei contagi: quello sarà il momento di liberare tutto, di togliere le mascherine all'aperto, tenendole solo sui mezzi di trasporto e negli assembramenti, e di eliminare gran parte delle restrizioni''. 

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Bassetti: "Dobbiamo voltare pagina"

"Quello che serve oggi è pensare a come allentare le misure in chi è vaccinato" contro Covid19. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, le diverse strategie che ogni Paese europeo sta mettendo in campo. In Italia "oggi abbiamo stesse misure di un anno fa, dobbiamo necessariamente avere un cambio di passo", rimarca l'esperto. "Dobbiamo voltare pagina - aggiunge - : quello che abbiamo fatto noi con l'obbligo surrettizio con il Green pass va bene e le vaccinazioni crescono, 80-90mila al giorno, un segnale buono".

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Pregliasco: "Finirà quando non ne parleremo"

"La pandemia finirà quando non se ne parlerà più e il livello di accettazione di questa patologia e dei suoi effetti verrà in qualche modo considerato generalmente". E' sicuro  il virologo Fabrizio Pregliasco: "Basti pensare - spiega - che ogni giorno in Italia 7 persone si infettano con il virus dell'Hiv, sono tante ma non ne parliamo, pensiamo che sia accettabile e non c'è più la percezione del pericolo". Sulle diverse strade intraprese al livello europeo nella gestione di questa fase della pandemia, il docente della Statale di Milano commenta che in Italia "continua a non esserci un manuale di gestione di questa pandemia. Credo che l'Inghilterra abbia fatto una scelta che fa prediligere un ritorno alla vita, e sono scelte politiche. Io dico che finora la scelta prudenziale e di gradualità è quella che mi sembra più corretta", quindi "più simile alla linea della Francia" - che dal 2 febbraio comincerà ad allentare le restrizioni, a partire dalla rimozione dell'obbligo di mascherine all'aperto - "anche se noi dovremo aspettare ancora un po'". "La dimensione e la gravità del problema - conclude l'esperto - è anche legata al come noi ne percepiamo la dimensione e come la tolleriamo".

Scienziato Finlandia: "Omicron 2 può crescere"

Nel frattempo, in Finlandia non l'hanno ancora intercettata ma negli altri Paesi nordici Omicron 2 sta dando l'assedio alla 'versione 1' dell'ultimo mutante di Sars-CoV-2. E "si potrebbe presumere che abbia una migliore capacità di diffusione, il tempo ce lo dirà". "In quanto tale, probabilmente non è molto più preoccupante di BA.1, ma abbiamo potuto seguirne gli effetti solo per un tempo molto breve". Seppo Meri insegna Immunologia all'università di Helsinki. E dalla sua Finlandia, sorprendentemente 'a zero Omicron 2', sebbene circondata da Paesi in cui la sua ascesa è già cominciata, ha un osservatorio privilegiato di quello che sta accadendo nella famiglia Omicron con questa variante 'sorella'. Anche in Italia "è plausibile che cresca", osserva. "In Danimarca la proporzione di BA.2 su tutti gli Omicron sta costantemente aumentando - spiega -. In un mese la sua quota è passata dal 5% al ​​50%".

La variante Omicron "resiste più a lungo sulle superfici"

La situazione "è stata più variabile in Svezia - aggiunge -, con BA.2 compresa tra il 5 e il 30%, e in Norvegia tra il 5 e il 40%. Nonostante queste variazioni, la tendenza è al rialzo. La Germania è ancora a un livello molto basso, 1-2%. Lo stesso vale anche per Francia e Italia. I livelli attuali sono inferiori al 3%, ma suscettibili di aumentare". Nel complesso, conferma Meri, "le varianti di Omicron si diffondono più velocemente perché sembrano essere migliori nello sfuggire all'immunità indotta dal vaccino (e in parte anche dalle infezioni). E questo perché le varianti di Omicron hanno molte più mutazioni nella proteina S", la Spike del virus, "rispetto alle varianti precedenti. A questo proposito le differenze tra BA.1 e BA.2 non sono così grandi".

Quanto alla sintomatologia legata a Omicron, "BA.1 sembra causare una malattia leggermente meno grave rispetto alla variante Delta, il che è un segno positivo", riflette l'esperto. Meri è anche visiting professor all'Humanitas University di Rozzano (Milano). E guardando alla pandemia vissuta dai due Paesi spiega che, "in generale, la situazione Covid in Finlandia non è così difficile come sembra in Italia. Il numero totale di decessi durante l'intera pandemia è inferiore a 2.000". Oggi in Finlandia "sono vietati i grandi eventi, è raccomandato il lavoro a distanza, i bar e i ristoranti devono chiudere prima del solito e gli orari per servire alcolici sono limitati (consentito fino alle 17). Le mascherine sono obbligatorie nei mezzi pubblici, ma non all'esterno. La vaccinazione è volontaria e la quota di persone non vaccinate tra gli adulti è di circa il 10%", elenca. "Le persone sono naturalmente frustrate dalla situazione, dal rischio di infezione e dalle restrizioni - conclude -. Ma in generale ne capiscono le ragioni e sono soddisfatte di come la situazione sia stata gestita bene nel corso dell'intera epidemia. Il danno alla società è stato solo moderato rispetto a molti altri Paesi".