Covid Italia, Crisanti: l'immunità ora è possibile. "Meno regole con Omicron"

Il virologo: questa infezione protegge anche dagli altri ceppi del virus. "Un nuovo vaccino? Col picco previsto a breve l’antidoto diventerà inutile"

Covid, gente a passeggio con le mascherine

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Ci voleva la variante Omicron per riabilitare l’immunità di gregge agli occhi dei suoi più strenui detrattori. A partire dal professore ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti, che, prima della diffusione del ceppo isolato in Sudafrica, non ha certo perorato la causa di chi punta sulla capacità di resistere al virus in virtù dell’immunizzazione di un’ampia porzione di cittadini. "Non ho mai creduto a questa strategia con riferimento all’efficacia dei vaccini – puntualizza il virologo –, ma con Omicron il discorso è diverso".

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Facciamo chiarezza, allora. "Già a fine novembre dissi che bisognava aspettare prima di fasciarsi la testa per capire se la nuova variante potesse essere una buona o una cattiva notizia. Precisai che, qualora fosse stato dimostrato che questa avesse un elevatissimo livello di trasmissibilità e al contempo una sintomatologia piuttosto blanda, il ceppo era da considerarsi un fatto positivo".

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Così è andata, possiamo puntare sull’immunità di gregge? "Omicron potrebbe contribuire ad avvicinarci ad una situazione di immunità, se è vero che protegge anche contro la più pericolosa Delta".

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Ci sono studi a riguardo? "Abbiamo risultati su poche persone coinvolte in una ricerca condotta in Sudafrica. Da questa emerge che chi si ammala di Omicron ha un incremento di anticorpi non solo contro il ceppo stesso, ma anche in risposta a Delta, in particolare se ha completato il ciclo vaccinale. Ma c’è anche un’altra buona notizia".

A che cosa si riferisce? "L’effetto di Omicron è duplice. Pare che non solo favorisca una buona risposta anticorpale ma che prenda anche il sopravvento ed elimini tutte le altre varianti, compresa Delta che provoca una malattia molto più seria".

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Insomma, prendendoci un po’ tutti questa infezione, possiamo auspicare di lasciarci alle spalle il Covid più che con i vaccini? "Parlare d’immunità di gregge in riferimento alla profilassi ha davvero poco senso. Vaccini, che valgono quattro o cinque mesi e poi necessitano di uno o più richiami, non sono in grado di generarla. È il virus che in questo caso ci sta dando una mano".

È fiducioso sulla possibilità di avere a disposizione ad aprile un vaccino specifico contro Omicron? "La mia idea è che, se la variante ha una così alta trasmissibilità, arriverà a breve al suo picco e poi inizierà a calare, questo tipo di profilassi sarà del tutto inutile".

Stiamo entrando in una fase di endemia più che di pandemia a questo punto? "Abbiamo a che fare con un virus meno virulento di prima anche se più infettivo. Questa è senz’altro una fase nuova".

È giunto il tempo, come propongono gli scienziati dello Spallanzani, di accorciare quarantene ed isolamenti anche per i non vaccinati, sempre che siano asintomatici, s’intende? "Tutto questo va contestualizzato: si tratta di misure che in qualche modo facilitano la diffusione del virus, bisogna essere chiari. Sono indicazioni in stile Boris Johnson, non mi si dica che così si vuole contrastare Omicron".

Una linea inglese a cui lei non ha mai creduto, vero? "L’ho considerata sbagliata in presenza di Delta dominante, perché quella resta una variante altamente pericolosa. Con Omicron possiamo prenderci qualche rischio in più".

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