Lunedì 29 Aprile 2024

"Coronavirus, è stato sbagliato cedere al panico". Il capo dell'Oms: basta il buon senso

Il responsabile dell’organizzazione per l’Europa: "Gli italiani devono essere allertati, non allarmati"

Coronavirus, un operatore in Corea del Sud (Ansa)

Coronavirus, un operatore in Corea del Sud (Ansa)

Roma, 27 febbraio 2020 - "Sono un medico e un padre di famiglia. Capisco bene la preoccupazione delle persone. Anche un solo morto è di troppo. Ma non dobbiamo cedere al panico. Ci dobbiamo fidare di quello che sta facendo l’Italia e potenziare la capacità di risposta di tutte le regioni". Il nuovo direttore generale dell’Oms Europa, Hans Kluge, è un medico belga fiammingo di 51 anni, grande esperto di tubercolosi. Cerca di essere costruttivo, e di evitare le polemiche.

Coronavirus, il bilancio e le ultime notizie

Dottor Kluge, la vostra linea è preoccupazione sì, panico no, su che basi lo affermate? "È importante mettere le cose nel loro contesto. Questo è un virus nuovo rispetto al quale nessuno è immune e per il quale non esistono ancora un vaccino né una terapia. Dobbiamo ancora imparare come si comporta e stiamo incoraggiando i Paesi a prepararsi per qualsiasi scenario. Tuttavia, oltre il 97% dei casi Covid-19 è ancora in Cina, l’80% dei contagiati sviluppa una malattia lieve e, soprattutto, la maggior parte dei pazienti critici sta guarendo. Questi sono aspetti da evidenziare in una comunicazione che generi nella popolazione allerta, non allarme".

Quanto grave è questo virus? Chi è a rischio? "Al momento abbiamo osservato che 4 persone contagiate su 5 sviluppano una malattia con sintomi respiratori blandi e solo il 20% progredisce verso una sintomatologia più seria, critica per alcuni. La mortalità si assesta al momento intorno al 2-4% a Hubei e al di sotto dell’1% nel resto della Cina. Le persone più colpite sono le persone anziane con patologie croniche. È importante analizzare questo dato in prospettiva e proteggere le popolazioni più a rischio con messaggi mirati".

È corretto dire che il virus è poco più di una normale influenza? "La Covid-19 e l’influenza condividono molti dei sintomi respiratori, il che rende anche più difficile individuare casi di Covid-19 sospetti. Quello che differenzia questo virus da quello influenzale, è che per quest’ultimo esiste un vaccino sicuro ed efficace raccomandato alle persone a rischio. Covid-19 è un virus nuovo, rispetto al quale nessuno è immune. Per questo lo prendiamo molto seriamente".

Le misure italiane sono state inadeguate , adeguate o eccessive? "Le autorità italiane stanno mettendo in atto misure per impedire la trasmissione in linea con la strategia di contenimento attualmente implementata a livello globale. Si stanno dimostrando efficaci in Cina, come dimostrato dal calo dei casi dall’inizio di febbraio. Ciò dimostra che l’Italia ha posto la salute come una priorità, nonostante le conseguenze socio-economiche a breve termine".

Perché in Italia così tanti casi? "I movimenti globali sono tali che l’importazione di casi di Covid-19 era ed è attesa in altri Paesi, tra cui in Italia. Da qui, non è inaspettato che si verificasse una trasmissione localizzata di Covid-19 come abbiamo già osservata al di fuori della Cina. Preoccupante è che non tutti i casi segnalati sembrino avere chiari collegamenti epidemiologici con la Cina o un caso confermato. È molto importante ora capire come si sono sviluppati gli eventi e identificare e tracciare i contatti: è qui che si sta concentrando il lavoro".

Si può contenere l’epidemia, evitare che diventi pandemia? "Stiamo lavorando perché questo avvenga. Siamo in una fase in cui è possibile il contenimento. L’Italia sta lavorando nella giusta direzione, ma deve sostenere questi sforzi con una strategia forte e coordinata. Siamo pronti a lavorare con lei".