
Luigi Chiatti
Foligno, 31 gennaio 2015 - Il mostro di Foligno, Luigi Chiatti, condannato a 30 anni di reclusione per gli omicidi di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci, 4 e 13 anni, finirà entro l'estate di scontare la sua condanna. Chiatti però non tornerà automaticamente libero perché sottoposto alla misura di sicurezza per la valutazione della sua pericolosità «che può durare anche tutta la vita».
Lo ha ribadito oggi uno dei suoi difensori, l'avvocato Guido Bacino. E sembra - secondo indiscrezioni - che non siano positivi gli elementi raccolti finora su di lui nel carcere di Prato dove è detenuto e che dovranno essere esaminati dal magistrato di sorveglianza. L'avvocato Bacino torna sulla questione dopo un servizio pubblicato oggi dal quotidiano la Repubblica, che parla della possibilità di un ritorno in liberà di Chiatti. «È già previsto in sentenza - spiega il legale all'ANSA - che la pericolosità di Chiatti venga rivalutata una volta espiata la pena. Non è cambiato nulla».
La decisione sarà presa sulle relazioni del personale del carcere. Se come appare probabile il mostro di Foligno dovesse essere ancora ritenuto socialmente pericoloso sarà rinchiuso in un ospedale psichiatrico giudiziario. «E se anche questi venissero aboliti - dice l'avvocato Bacino - ci saranno apposite residenze». Preoccupato per gli scenari futuri è invece l'avvocato Giovanni Picuti, legale delle famiglie Allegretti e Paolucci. «Nessuno sa cosa accadrà di preciso - dice -, ma possiamo fin d'ora ipotizzare che la prognosi di pericolosità sociale, se confermata, è ben poca cosa quando il carcere psichiatrico avrà chiuso i battenti. Le famiglie delle vittime così come l'opinione pubblica hanno il diritto di essere messe al corrente del percorso riabilitativo compiuto dal Chiatti in carcere, perché la sua pena si è ulteriormente assottigliata».
Chiatti fu arrestato nell'agosto del '93 venendo condannato all'ergastolo in primo grado essendo stato ritenuto pienamente capace di intendere e di volere. In appello la pena venne però ridotta a 30 anni di reclusione dopo il riconoscimento della seminfermità di mente. Sentenza confermata in maniera definitiva dalla Cassazione. Il fine pena previsto inizialmente per Chiatti era nel 2023 ma a questa data vanno sottratti tre anni indulto e i periodi di liberazione anticipata. Una volta scontata la condanna Chiatti sarà comunque sottoposto ad una misura di sicurezza legata alla seminfermità mentale.