Lunedì 29 Aprile 2024

Cervo zombie, la malattia esiste davvero e tiene in ansia il Nord America. Quali sono i rischi per l’Italia

Il professor Marco Apollonio: “La patologia del Chronic Wasting Disease è provocata dai prioni, proteine sbagliate. Ecco da quando è documentata in Europa”

Roma, 21 febbraio 2024 – Cervi zombie vicini a noi. E’ documentata anche in Europa, soprattutto in Norvegia, la malattia da deperimento cronico, Chronic Wasting Disease, che colpisce anche alci e renne e soprattutto in questo ultimo periodo tiene in ansia il Nord America. Ma può arrivare in Italia? E soprattutto, ci sono rischi per l’uomo? Ecco cosa ci hanno risposto gli esperti.

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Chronic Wasting Disease è una patologia neurologica contagiosa che porta alla morte degli animali. E’ provocata da prioni, proteine ‘sbagliate’. Spiega il professor Marco Apollonio, docente di zoologia a Sassari: “Le unità proteiche permangono nell’ambiente per tempi lunghissimi, vuol dire anche nel suolo. Quanto? Anche decine di anni”.

Come si riconosce la malattia

Ma quali sono i sintomi della malattia? “Gli animali dimagriscono molto e perdono la capacità di deambulare in modo ordinato – chiarisce il professore – . Stessi segnali che si vedevano ai tempi della ‘mucca pazza’. Poi cervi, renne ed alci muoiono, in tempi non rapidi. Le carcasse sono contagiose e devono essere bruciate. Anche il terreno è infetto. Quindi in un allevamento dove gli animali defecano, siamo praticamente sicuri di avere la malattia”.  

Perché la malattia si è diffusa: le ipotesi

"Questa patologia – ricorda Apollonio – esiste da decine di anni. Un collega americano mi spiegava che negli Usa potrebbe essersi diffusa anche per i trasferimenti di animali, che poi si sono scoperti malati, da un allevamento all’altro. Le specie coinvolte sono due, i cervi dalla coda bianca e i wapiti”. Il contagio, e questa è la cosa preoccupante, “si è poi esteso agli animali selvatici”. 

La malattia può arrivare in Italia?

Ma la malattia può arrivare in Italia? “Non è detto, per fortuna è ancora molto lontana – ragiona l’esperto -. In Europa dal 2016 è documentata in particolare in Norvegia, su renne ed alci. Certo, se il contagio dovesse coinvolgere le renne allevate dai lapponi il rischio sarebbe alto, perché gli animali sono centinaia e la malattia si diffonderebbe più velocemente”.

La malattia si può trasmettere all’uomo?

Ma si può trasmettere all’uomo? Risponde Apollonio: “La domanda andrebbe rivolta a un medico. Posso dire che non mi risultano casi di trasmissione all’uomo negli Usa”.