Domenica 5 Maggio 2024

Sammezzano, castello fantasma. Il gioiello abbandonato rischia la rovina

Il palazzo di Sammezzano abbandonato e ostaggio dell'incuria dopo il crac della proprietà. L'esposto in procura dei cittadini per salvare l'area di 190 ettari amata da Pasolini e Garrone

Gli interni del Castello di Sammezzano (Germogli)

Gli interni del Castello di Sammezzano (Germogli)

Arezzo, 11 dicembre 2018 - Sembra il castello delle 'Mille e una notte'. Non a caso, Pier Paolo Pasolini ci ambientò il suo film dedicato al capolavoro della letteratura orientale. Più di recente, invece, Matteo Garrone, lo ha scelto come set di un’altra pellicola cult: 'Il racconto dei racconti', dalla seicentesca raccolta di fiabe del napoletano Giovan Battista Basile. Ma la favola del castello di Sammezzano, nel comune di Reggello (Firenze), località Leccio, finisce qui, perché adesso rischia la rovina, pur se fonti giudiziarie aretine smorzano i toni. Nonostante nel 2016 in 50 mila lo avessero scelto come il "Luogo del Cuore" nel censimento indetto dal Fai.

Un pericolo di degrado sul quale riaccende i riflettori l’esposto presentato alla procura di Firenze da Francesco Esposito, promotore e portavoce del comitato "Save Sammezzano" in cui si denuncia la "situazione di deterioramento e semibbandono" di un luogo fortificato che risale a prima dell’anno Mille e a Carlo Magno. A vederlo da fuori il castello, circondato da un parco di 190 ettari, ha sempre l’aspetto austero e turrito dei tempi d’oro. Ma dentro è un’altra cosa, anche perché l’asta fallimentare indetta dal tribunale di Arezzo è andata per due volte deserta, l’ultima poco più di un mese fa, col risultato di tenere bloccati i lavori di ristrutturazione e far calare vertiginosamente il prezzo iniziale di 18 milioni.

Se Sammezzano ha l’aspetto di un pezzo dell’Alhambra di Granada, per dire del più celebre esempio di architettura araba in Europa, lo si deve alla ristrutturazione ottocentesca voluta dal principe Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, singolare figura di aristocratico che al castello si dedicò anima e corpo fra il 1853 e il 1889. Era l’epoca in cui si diffondeva la corrente culturale dell’Orientalismo, ne venne fuori un connubio fra esterno medioevale, e interni arabeggianti, il cui fascino non finisce mai di stregare. Basta varcare il portone per ritrovarsi in un’atmosfera di saloni moreschi, fughe di stanze dello stesso stile, cortili che paiono quelli di Granada. La stanza dei Pavoni è l’ambiente più famoso e suggestivo.

I guai di Sammezzano cominciano con la crisi della Castle, la società proprietaria, sede legale ad Arezzo. Vanno a vuoto anche i tentativi di cessione. Il risultato è che della cura del castello si occupa solo il curatore fallimentare Luca Gratteri, che ha fatto il possibile per mettere in sicurezza almeno il piano nobile: tutto sotto controllo, dicono le solite fonti giudiziarie, non c’è rischio di crolli. È stato installato pure un sistema di videosorveglianza che ha bloccato di recente l’intrusione di alcuni turisti troppo curiosi. L’inverno, comunque, è sempre stagione d’allarme. Il bello è che a due passi da Sammezzano c’è l’outlet di lusso ‘The Mall’, visitato ogni giorno da torme di turisti. Il centro commerciale a gonfie vele e il castello in pericolo: un altro paradosso della modernità.