Giovedì 25 Aprile 2024

Bufera su Schroeder: filorusso, via dal partito

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Gerhard Schroeder è un uomo d’affari al soldo dei russi, e non va più considerato uno statista o un ex cancelliere. Con toni molto duri, i socialdemocratici tedeschi hanno scaricato l’ex leader, invitandolo a lasciare il partito: dovrebbe uscirne, ha chiesto un giornalista alla vicepresidente Saskia Esken? "Dovrebbe", la risposta secca della copresidente dell’Spd. A far riesplodere la bufera sul leader, che diede alla Germania l’agenda 2010 delle famose riforme del lavoro e che tenne i tedeschi fuori dalla guerra all’Iraq, è stata l’intervista rilasciata al New York Times, nella quale Schroeder ha chiarito di non aver alcuna intenzione di lasciare gli incarichi nei colossi energetici russi. Un passo, ha spiegato, che farebbe soltanto se Mosca chiudesse il gas alla Germania e all’Europa. Parlando al giornale, l’ex cancelliere che a 78 anni presiede il consiglio di sorveglianza di Nord Stream, in quello del gruppo petrolifero Rosneft ed è candidato ai vertici di Gazprom, ha anche ribadito di essere pronto a mediare di nuovo con il suo amico Vladimir Putin: il presidente russo vorrebbe la fine del conflitto, "ma vanno chiariti un paio di punti", ha affermato, aggiungendo che sull’ipotesi dei crimini di guerra bisognerà indagare: Schroeder non crede infatti che l’ordine del massacro di Bucha sia arrivato dall’alto. Fra i socialdemocratici sono state già presentate 14 richieste alla sezione della Bassa Sassonia, perché Schroeder venga buttato fuori dal partito. La procedura è però lunga e complicata, ha spiegato la stessa Esken, e c’è una commissione apposita a farsene carico.