Bresso, 3 dicembre 2014 - Nuovi prelievi positivi alla legionella e subito scattano altre e obbligatorie «operazioni di sanificazione-bonifica sugli impianti idrosanitari» di tre palazzi, di due residenze protette e di una palestra di via Leopardi. In queste ultime ore Asl Milano ha fornito al Comune di Bresso i risultati dei campionamenti effettuati nelle scorse settimane. Visto che è stata riscontrata «una identificazione sierologica del batterio della legionella» in 5 diverse zone cittadine, il sindaco bressese Ugo Vecchiarelli ha firmato ieri ben 5 ordinanze che impongono ai proprietari e agli amministratori degli stabili interessati di «adottare opportune precauzioni».
La lista degli immobili, quindi, si allunga: prima ci sono stati i 6 palazzi, dove si sono verificati i casi di legionellosi nel mese di ottobre, di cui uno mortale. Il 14 novembre, ecco un condominio di via XXV Aprile, risultato positivo a un tampone. Ora, ci sono gli immobili di via Turati, di via don Minzoni e di via Leopardi. Oltre alle sanificazioni, le ordinanze specifiche prevedono di «procedere alla sostituzione immediata di tutti i soffioni delle docce e di tutti i terminali degli impianti sanitari», che sono presenti nella Casa di riposo di via Leonardo da Vinci e nella Rsd di via Martiri delle Fosse Ardeatine. I numerosi prelievi sono stati effettuati, per la precisione, il 12 e il 21 novembre. Nelle parole del sindaco Vecchiarelli, c’è l’invito a non abbassare la guardia: «Ci muoviamo in base alle informazioni che ci fornisce Asl. Gli ultimi dati delle campionature sono di poche ore fa. Ho deciso di prendere ulteriori misure preventive, come ho fatto nelle scorse settimane. Ecco, perché ho firmato nuove ordinanze per le sanificazioni degli impianti degli stabili dove si sono verificati i tamponi positivi». Comunque, restano sempre in vigore le misure precauzionali sull’uso dell’acqua vaporizzata: «Rimangono validi il Decalogo del 21 ottobre e il suo aggiornamento del 13 novembre. – conclude Vecchiarelli - Riconfermo a tutti gli amministratori, come già scritto in un’ordinanza, di innalzare la temperatura di distribuzione dell’acqua calda oltre i 65 gradi».