Giovedì 19 Settembre 2024
FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Bologna, rissa tra detenuti. Restano feriti tre agenti intervenuti per dividerli

Violenta lite tra detenuti e agenti alla Dozza di Bologna, in una estate calda e sovraffollata. Tensione e disagi crescono, con episodi di violenza in altre carceri italiane.

Bologna, rissa tra detenuti. Restano feriti tre  agenti intervenuti per dividerli

Il carcere della Dozza può ospitare 500 detenuti, attualmente ne ha 840

È una delle estati più calde, all’interno delle carceri italiane. Non solo metaforicamente: nella carcere della Dozza, a Bologna, l’afa non dà tregua, e i ventilatori per cui solo di recente sono state allestite le prese sono acquistabili al sopravvitto esclusivamente da chi se li può permettere. Caldo, sovraffollamento estremo (oltre 840 detenuti a fronte di meno di 500 posti massimi previsti), disagi ignorati o mal gestiti: una polveriera. Esplosa, ieri, in una violenta lite tra detenuti culminata nel ferimento di tre agenti di polizia penitenziaria intervenuti per sedarla. Sono finiti all’ospedale. Uno centrato da un pugno al viso, uno da bastonate alle gambe e il terzo, il più grave (ma fortunatamente non gravissimo), ferito alla schiena con una stampella di ferro. Sono serviti diversi minuti per placare la violenza. La rivolta si è evitata per un pelo.

Un episodio, questo, che segue di appena un giorno la rivolta sedata a Regina Coeli, di due giorni i disordini al carcere di Bari, dove alcuni detenuti hanno aggredito un poliziotto e bloccato un infermiere del loro reparto, e di pochi di più la rivolta a Torino, dove sei agenti sono stati feriti dai detenuti in protesta e due sono rimasti intossicati dal fumo emanato da materassi incendiati.

Nello specifico, a Bologna ieri in tarda mattinata un gruppetto a quanto si apprende composto da cinque o sei nordafricani si è avventato contro due ’rivali’ gambiani. A quel punto sono intervenuti tre poliziotti penitenziari. Ed è scattata la violenza. Oltre agli agenti feriti, altri colleghi hanno avuto i vestiti strappati e la tensione è perdurata tutto il giorno. Se non si è trattato dunque di una rivolta vera e propria, anche perché il parapiglia è stato presto sedato, di certo si è trattato di minuti molto critici. È accaduto nella tarda mattinata, al secondo piano della casa circondariale, nella sezione ’2B’: un reparto piuttosto problematico, in cui sono rinchiusi detenuti in attesa di condanna definitiva e con forti disagi personali. La maggioranza dei detenuti qui è nordafricana, ma di nazioni diverse, cosa che alimenta anche le liti tra fazioni e gruppi di provenienza diversa. Il sovraffollamento costante non aiuta. Tensione e malcontento si accumulano, specie in estate, quando il caldo insopportabile aggiunge acredine ed esasperazione.

Questa è un’estate intensa all’interno della casa circondariale. I cui problemi sembrano non avere fine. Il 27 luglio si è tolto la vita impiccandosi in cella un albanese 48enne, a marzo si era tolta la vita una detenuta slovena 55enne, che aveva inalato gas dalla bomboletta per cucinare. A questo si aggiungono i tanti tentativi sventati all’ultimo momento, l’ultimo dei quali risalente a pochi giorni fa. "La situazione è insostenibile – Nicola d’Amore è agente alla Dozza e sindacalista Cisl-Fns –. Il personale è poco, non può gestire sovraffollamento e disagi dei detenuti. Disagi esacerbati da dipendenze e povertà. La politica parla di dignità, ma ci abbandonano". "Servono misure drastiche – così Giovanni Battista Durante, Sappe –. I detenuti violenti vanno isolati in apposite sezioni e la polizia deve essere dotata del taser o strumenti simili".