Sabato 4 Maggio 2024

Assistente sfruttata, Boldrini nella bufera Ma le donne del Pd preferiscono tacere

L’ex presidente della Camera ammette di avere richiesto alla collaboratrice politica servizi personali. La difesa: "Non ho chi mi aiuta"

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di Ettore Maria Colombo

No comment, per lo più, in testa a tutti Enrico Letta. Qualche difesa, sporadica. E tanti silenzi. È il risultato di una ricognizione tra le deputate e senatrici del Pd sul ‘caso Boldrini’. Va prima spiegato, il caso Boldrini. La deputata dem (eletta nelle fila di LeU, nel 2018, ma poi transitata nel Pd ed ex presidente della Camera nella XVII legislatura) è balzata agli onori – o ai disonori, dipende – delle cronache. È accusata di non aver versato il Tfr alla sua ex colf (Lilia) e di aver maltrattato la sua ex collaboratrice parlamentare part-time (Roberta) cui avrebbe negato il diritto anche il lavoro in smartworking, causa pandemia e chiesto servizi di carattere personale che esulavano dalla sua funzione specifica.

La ‘Boldrinova’ – così la chiamano i sovranisti per il suo forte impegno a favore di rifugiati, donne, gay – non ci sta e replica con un’intervista a Repubblica. Solo che la toppa è, forse, pure peggiore del buco. "La mia assistente mi prenotava il parrucchiere perché sono una donna sola" è il titolo. Lei ammette: "Sono in ritardo con i pagamenti alla colf". Ma, ieri pomeriggio, alla Camera, a margine di una conferenza stampa per presentare una sua proposta di legge contro "l’odio sulla Rete", sostiene invece che "quello sulla mia ex colf è un caso montato sul nulla: ha ricevuto il Tfr ed è con me in rapporti sereni, sempre pagata il giusto. Non c’è nessun illecito o contenzioso. Solo calcoli da fare". Sarà. Certo è che "l’odio" contro di lei sui social già monta.

Il guaio è che le donne dem tacciono, sul caso Boldrini. Abbiamo provato a interpellarne molte, via WhatsApp, quasi tutte, specificando la domanda. Nessuna risposta. O quasi. Eppure, la ‘spunta blu’ dice che il messaggio lo hanno letto. Ma per deputate e senatrici dei gruppi Pd, membri della Segreteria, vicesegretaria, segretario è "no comment".

Le donne che rispondono e si espongono, ma solo per difendere la Boldrini, non certo per attaccarla, sono cinque. La senatrice Valeria Fedeli, le deputate Chiara Gribaudo, Maria Rosaria De Giorgi, Alessia Rotta e Debora Serracchiani. La Fedeli scrive, nella chat delle donne dem, "cara Laura, il fango e la strumentalità sono sempre in agguato. Un abbraccio". De Giorgi parla di "ricostruzione malevola e strumentale. La nuova violenza contro la presidente Boldrini, l’ennesima contro una ‘combattente’ per i diritti". Rotta entra nel merito: "Boldrini, donna che delle battaglie sui diritti dei deboli ha fatto la sua storia personale e politica, è oggetto di una campagna di odio da tempo. Rispettando il dovuto alle sue collaboratrici, mi chiedo dove stia ‘il caso’ poiché si tratta di rapporti di lavoro regolari e consensualmente conclusi". Per Gribaudo "la battaglia per i diritti e la parità che tante di noi portano avanti la si vuole indebolire montando il caso". La Serracchiani spiega: "So come simili fatti si prestino a essere enfatizzati, di più se toccano una persona impegnata sul fronte dei diritti. Resta un problema insoluto, sollevato dalla ex presidente della Camera: sia la Camera a retribuire i collaboratori parlamentari come già è al Parlamento Ue".

E proprio l’Associazione italiana collaboratori parlamentari (Aicp) interviene con una nota: "Le giustificazioni accampate dalla Boldrini sono inaccettabili e aggravano la sua posizione. Ai collaboratori parlamentari non possono essere chieste prestazioni che riguardano la vita privata". Morale, la parrucchiera è assai meglio prenotarsela da sole.