
Mezzi in fiamme dopo l'assalto al portavalori
Lodi, 28 novembre 2014 - Pochi minuti prima delle 7 dell’8 aprile 2013, almeno dieci uomini armati di kalasnikov avevano bloccato e assaltato sull’autostrada A9, due furgoni della Battistolli in transito da Milano a Chiasso. In pochi minuti erano fuggiti con un bottino da dieci milioni di euro, quasi tutto in lingotti d’oro. Si erano divisi i compiti tra chi esplodeva proiettili a raffica contro i furgoni blindati, e chi ha tagliato i portelloni con un flessibile, per poi scaricare le casse di lingotti d’oro da 12 chili l’uno. Meno di dieci minuti, durante i quali il tratto comasco dell’autostrada era stato lastricato di chiodi da cantiere a tre punte, le rampe di ingresso bloccate, i camion messi per traverso per bloccare la carreggiata a nord e sud, dati alle fiamme.
Dopo nove mesi di indagini, a gennaio sono finiti in carcere gli unici due indagati per quel colpo milionario: Antonio Agresti, 43 anni, formalmente bracciante agricolo di Andria, e Giuseppe Dinardi, 51, di Cologno Monzese. Il primo ritenuto il regista dell’attacco, arrivato dalla Puglia con la squadra di fiducia, il secondo l’addetto alla logistica, al reperimento di mezzi, magazzini, luoghi in cui sparire. Tra due settimane compariranno davanti al gup di Como, accusati della rapina ma anche del tentato omicidio delle sei guardie giurate. Analogie forti erano state trovate con l’assalto di Seriate del 9 giugno 2009, avvenuto in autostrada con uno schema quasi identico a quello di Turate, e ora anche a quello di Lodi. In quel caso, a portare in carcere i banditi fu il flessibile lasciato a terra: modello particolare, punto di partenza per arrivare a Cerignola, nel Foggiano, dove vivevano quasi tutti i rapinatori.
Un altro colpo simile è avvenuto a Bergamo, lungo l’autostrada A4, vicino al casello di Seriate, la sera del 9 giugno 2008. In questo caso, un commando di almeno dieci persone, tutte incappucciate e armate, bloccò il tratto tra Seriate e Bolgare, direzione Venezia, con alcune vetture incediate per creare una barriera divisoria. Il furgone blindato rimase intrappolato nel mezzo, senza possibilità di fuga. Gli autori portarono via un milione e 800mila euro. Sette persone furono arrestate, fra Lombardia e Puglia.