Domenica 5 Maggio 2024

Largo ai giovani

Roma, 28 agosto 2018 - In Italia ci sono migliaia di giovani laureati che vorrebbero insegnare e non possono farlo. Per questo sentire parlare di cattedre scoperte è assurdo. Nessun ministro dalla fine degli anni ‘90 a oggi è riuscito a risolvere questo nodo perché sono troppi gli interessi di chi vuole difendere diritti acquisiti e si dimentica che lo scopo della scuola non è fungere da ammortizzatore sociale per chi ha bisogno di occupazione, ma quello di offrire una proposta didattica ed educativa di qualità alle nuove generazioni. Solo un esempio. Nella ‘Buona scuola’ si prevedeva un nuovo modello di selezione dei docenti per concorso nazionale, con lo scopo di anticipare il momento dell’ entrata in ruolo dei docenti dopo la laurea magistrale, attraverso un contratto triennale in cui conseguire la specializzazione in una determinata disciplina (o sul sostegno) e un tirocinio attraverso cui essere valutati sul campo (il percorso Fit: Formazione iniziale e tirocinio) . A ora l’unico concorso Fit che è stato bandito è quello riservato agli abilitati. Prevede solo un colloquio orale e non contempla alcuna selezione perché non esiste un punteggio minimo sotto il quale si è esclusi dalla cosiddetta graduatoria dei vincitori.

Peccato che a questo concorso riservato abbiano potuto partecipare anche insegnanti che erano stati giudicati inidonei all’ insegnamento dopo le immissioni in ruolo fatte dal governo Renzi, semplicemente perché «ne avevano titolo». Quando si avrà il coraggio di valutare seriamente e all’inizio di carriera (anzi prima di cominciarla) se una persona è in grado di svolgere una professione così delicata come quella di insegnante? Quanto dovranno aspettare i giovani laureati per poter fare un concorso come quello previsto dal Fit, visto che da quattro anni non hanno avuto la possibilità di abilitarsi? Quando la scuola italiana riuscirà a garantire per i docenti delle modalità di formazione iniziale e di selezione trasparenti, chiare e regolari? «Non è mai troppo tardi» per farlo ed è questo l’invito che faccio al nuovo ministro.