Bologna: una punta (Belfodil) e un regista per rinascere

Zero gol e zero emozioni. L’epoca Ballardini a Bologna comincia con un pallido pareggio senza gol contro la Lazio acciaccata di Edi Reja. Una partita quasi al cloroformio, se si escludono un’occasionissima capitata sui piedi fatali di Klose e una girata volante di Kone. Il resto è un balletto di moduli tattici in tutto simili […]

Zero gol e zero emozioni. L’epoca Ballardini a Bologna comincia con un pallido pareggio senza gol contro la Lazio acciaccata di Edi Reja. Una partita quasi al cloroformio, se si escludono un’occasionissima capitata sui piedi fatali di Klose e una girata volante di Kone.

Il resto è un balletto di moduli tattici in tutto simili (con cinque centrocampisti e un solo attaccante di ruolo) e mille palloni perduti nel mare del centrocampo. Dal grigiore generale emerge Rolando Bianchi, restituito al ruolo di centravanti titolare che svetta di testa, offre assist ai compagni e riesce pure a insidiare la porta laziale con un colpo di tacco di pregevole fattura. Non poco per chi fino ad oggi si era limitato al ruolo di comparsa.

Con lui è risbucato dal nulla anche il greco Lazaros ma il suo apporto al centrocampo è stato più di fiato e podismo che di qualità costruttiva. Con Perez (acciaccato) e Krhin in panchina, il bastone del comando è toccato al povero Pazienza, che una volta di più si è dimostrato modesto lavoratore del centrocampo, incapace di produrre una sola giocata illuminante.

La prima impressione è che il Bologna di Ballardini differisca davvero poco da quello di Pioli, se non per una diversa convinzione nell’approccio alla gara e una minore vocazione al pressing. Ma il calo vistoso della ripresa ripropone anche il problema delle frschezza fisica della squadra e dei metodi di preparazione che non hanno mai garantito una condizione smagliante.

Alla fine dei giochi toccherà a Bagni, più che a Ballardini, togliere le castagne dal fuoco. Sarà la qualità del mercato a decidere le sorti del Bologna. Ecco perchè ribadisco la necessità di portare in rossoblù un forte attaccante, meglio se giovane (dico Belfodil) e un centrocampista di regia che non sia un ripiego nè un giocatore consumato. Sento parlare dei possibili ritorni di Gilardino e Portanova, un po’ suggestivo e un po’ deamicisiano ma temo poco concreto.

Comunque sia, il Bologna deve rinforzarsi al più presto perché quello di oggi non ha le forze per tirarsi fuori dal burrone.

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