Verona – Milan 0-2: Kessie porta alla vittoria una squadra da trasferta

Il rendimento del Milan in trasferta è da un anno e mezzo a livelli da prime d’Europa. Quella di Verona, dopo il penoso turno infrasettimanale casalingo con l’Udinese, ha avuto in una parola il leit motiv pre-gara: indisponibili. Fuori Hernandez, Calhanoglu, Tonali, Bennacer, Rebic, Ibrahimovic e Mandzukic il Milan scendeva in campo al Bentegodi, campo […]

Il rendimento del Milan in trasferta è da un anno e mezzo a livelli da prime d’Europa. Quella di Verona, dopo il penoso turno infrasettimanale casalingo con l’Udinese, ha avuto in una parola il leit motiv pre-gara: indisponibili.

Fuori Hernandez, Calhanoglu, Tonali, Bennacer, Rebic, Ibrahimovic e Mandzukic il Milan scendeva in campo al Bentegodi, campo storicamente ostico, con più di un’attenuante.

In campo le seconde linee, con tanto giovanissimi. Meïte a fianco di Kessie non è una novità. Dalot a sinistra ma soprattutto Krunic, Castillejo e Leāo per la far offensiva. In campo tutto insieme lasciavano più di una perplessità sulla fase offensiva. Tutti in passato, includendo nell’elenco Saelemaekers, sono stati sporadicamente autori in passato di buone prove. Sporadicamente, questo il vero problema.

Per la difesa Pioli mette Tomori a fianco di Romagnoli e Calabria a destra.

La partita prende il via a ritmi non elevatissimi. Le due squadre difendono bene, attente a non subire. Il Milan pressa ordinatamente, non a ritmi forsennati, nella metà campo avversaria. Il Verona è costretto spesso a passaggi o lanci lunghi facilmente leggibili dai nostri.

Leāo si divora il gol del vantaggio al quarto d’ora quando sbaglia, non inquadrando la porta, un colpo di testa dal limite dell’area del portiere.

Dopo un anno e mezzo Krunic fa vedere che può essere da Milan. Oltre ad abbassarsi spesso, aiutando Kessie è Meïte nella fase d’interdizione, è molto più coinvolto toccando molti palloni. Alla mezz’ora conquista un calcio di punizione e lo trasforma portando in vantaggio il Milan. La squadra è messa bene in campo e difende senza grande affanno rimbalzando gli attacchi gialloblu. In alcune circostanze i ragazzini si presentano anche in avanti, spesso affidandosi a Leao che non trova la porta.

La ripresa inizia esattamente sugli stessi ritmi dei primi 45 minuti. Tomori recupera palla, tocca per Saelemaekers che serve a Saelemaekers tra le linee. Il danese si gira, punta e serve al centro dove Leāo lascia sfilare per Dalot che finta smarcandosi al limite a tira trovando il raddoppio. È il 50º e i rossoneri paiono in totale controllo del match con il Verona inaspettatamente imballato e incapace di qualsiasi reazione. I nostri arrivano con facilità al limite. Ci prova Saelemaekers. Alto.

Jurič prova a cambiare la fisionomia della propria squadra ma l’inerzia della partita non cambia con Kessie a dirigere il centrocampo e Saelemaekers libero di cercare tracce, in stile Calhanoglu, per i compagni. Il pressing nella mera campo avversaria, costante dal primo minuto, non permette al Verona una costruzione limpida delle azioni. Quando i passaggi superano i 15 metri o sono lanci lunghi i nostri difensori leggono bene le situazioni. Pioli arretra Saelemaekers sul Dimarco, il più attivo tra i veronesi che tirano verso la porta in un paio di occasioni non trovando lo specchio. Krunic è attento su deviazione di Faraoni su corner.

Kessie come spesso accade è onnipresente. È lui il migliore in campo, sia per la prestazione che per l’esempio ai compagni. Un leader apparentemente silenzioso che fa dell’esempio il proprio mantra. Guidati dall’ivoriano, da Calabria e Tomori, esempio di applicazione, tutti i 12 scesi in campo, Hauge dal 78º, hanno disputato una buona partita. Stabilire i meriti dei rossoneri o i demeriti del Verona non è semplice. I nostri hanno giocato bene ma i veronesi sono parsi ben lontani dalla squadra che ha impensierito tutte le grandi.

Archiviata questa delicata trasferta ora ci aspetta la trasferta a Manchester. Una partita sulla carta che ci vede sfavoriti ma, non avendo niente da perdere, chissà che arrivi una sorpresa.