Sampdoria – Milan 1-2: un’altra vittoria del gruppo

Rinunciare a Kjaer e Bennacer limita la fase di costruzione ragionata. Non avere Ibra ad intercettare i lanci lunghi quella con la palla alta. Così la trasferta di Genova si è presentata tutt’altro che una passeggiata. Il Milan l’ha approcciata bene contro una Sampdoria arroccata davanti alla propria area. La fatica a costruire è evidente. […]

Rinunciare a Kjaer e Bennacer limita la fase di costruzione ragionata. Non avere Ibra ad intercettare i lanci lunghi quella con la palla alta. Così la trasferta di Genova si è presentata tutt’altro che una passeggiata. Il Milan l’ha approcciata bene contro una Sampdoria arroccata davanti alla propria area.

La fatica a costruire è evidente. La soluzione più efficace sarebbe andare alla pressione alta costringendo i blucerchiati all’errore. Il Milan lo fa solo sporadicamente anche per la pesantezza del campo. L’occasione più ghiotta arriva al minuto 40 quando Rebic aggancia un lancio lungo di Gabbia, salta suderò ma viene contrastato da Tonelli che salva sulla riga. Sfortuna ma onore al difensore della Samp. Tonali è lontano anni luce da Bennacer mentre Gabbia, seppur consapevole di non essere Kjaer, ci prova con qualche cambio di gioco e lancio lungo. A me continua a non dispiacere il nostro ragazzo che può essere uno dei tre centrali, più Dalot. Il Milan passa poco prima dell’intervallo su rigore per fallo di mano su colpo di testa, che sarebbe andato sul fondo, di Hernandez. Kessie non sbaglia. Il campo e pesante e irregolare. Quello che pare soffrirne maggiormente è Diaz che spesso sbaglia passaggi e conclusioni. Pioli lo toglie nella ripresa a favore di Hauge.

Il norvegese si mette subito in mostra servendo la palla la centro dell’area a Tonali che coglie il palo. La partita diventa più fisica e meno lineare. La Samp aumenta il ritmo e il Milan diventa più attendista. Il vantaggio di un solo gol non lascia tranquilli. Ai nostri manca un po’ di reattività ma non bisogna dimenticare che erano in campo giovedì sera. La Samp continua a buttare palloni in area mentre noi facciamo fatica a uscire e tenere palla a terra. Sui lanci lunghi non la prendiamo quasi mai risultando impalpabili in fase offensiva. Basta però una giocata. Hauge rientra verso il centro e imbuca per Rebic, stile Europa League. Il croato mette in mezzo di prima e Samu Castillejo, in campo da otto secondi, brucia il marcatore raddoppiando. Il secondo gol taglia le gambe alla Samp e sull’azione seguente Calabria mette in mezzo un palla troppo forte e alta per Rebic che non riesce a trovare lo specchio. La Samp accorcia le distanze a una decina di minuti dal termine su corner. La palla che nel primo tempo Tonelli salva per pochi centimetri questa volta entra per una ventina prima della respinta di Donnarumma. Avete presente il gol di Muntari contro la Juve? Ecco, molto meno. Ma questa volta, per fortuna, c’è la tecnologia. In compenso è arrivato l’ennesimo gol subito su calcio da fermo, un tallone d’Achille al quale Pioli pare non riuscire a trovare una soluzione. Il Milan si compatta e soffre, neanche tanto, unito. Tutti corrono e si sacrificano. La Samp si limita a buttare palloni lunghi verso l’area, il Milan a respingere lontano. Ekdal ha sulla testa la palla del pareggio all’ultimo secondo. La palla però finisce alta e i Ragazzi escono da Marassi con tre punti meritati. Prima di uscire però tutti i giocatori disponibili, compresi quelli che non sono stati impegnati, si fermano a metà campo con mister Pioli. Esempio di gruppo coeso che risponde colpo su colpo alle inseguitrici. L’altro esempio lo ha dato Ibra ad allenarsi con la neve, lo seguono tutti e non è un caso che oltre il 70% si ritrovi a Milanello anche nel giorno libero.