Milan – Verona 2-2: occasione gettata ma squadra di carattere

Una sconfitta, dopo una serie infinita di risultati utili, ti fa perdere le certezze. La partita seguente può ridartele, a patto di vincere e farlo bene. Quando però, al ventesimo minuto, pur giocando meglio degli avversari sei sotto 2 a 0 i brutti pensieri si ingigantiscono. Il Milan prende, per l’ennesima volta, gol su calci […]

Una sconfitta, dopo una serie infinita di risultati utili, ti fa perdere le certezze. La partita seguente può ridartele, a patto di vincere e farlo bene. Quando però, al ventesimo minuto, pur giocando meglio degli avversari sei sotto 2 a 0 i brutti pensieri si ingigantiscono.

Il Milan prende, per l’ennesima volta, gol su calci da fermo. La fortuna certo non sorride. Traversa che rimbalza sulla schiena di Gigio con palla che resta sulla riga da mettere in rete da Barak e tiro deviato da Calabria. Sfortuna? Un po’. Però sicuramente la fase difensiva sui calci da fermo è da rivedere. E nulla c’entra l’assenza di Romagnoli, con affaticamento prima del via e sostituito da Gabbia. Peraltro sui calci da fermo a favore, specie gli angoli, l’indice di pericolosità rossonero è pari a zero. Sui corner non siamo in grado di mettere in mezzo una palla! Per non parlare di come i nostri colpiscono di testa. Gabbia libero in area mette alto ma anche Kjaer & co difficilmente sono pericolosi.

Il corpulento Magnani rende la vita complicata a Ibra che non riesce a essere dominante come al solito sulle palle lunghe. Il Milan è aggressivo, si vede che vuole dimostrare di essere in cima alla classifica non per caso. Silvestri si fa trovare pronto quando chiamato in causa ma poco prima della mezz’ora il Milan accorcia con deviazione di Kessie e Magnani. Autogol. Poi dopo pochi minuti Hernandez centra il portiere da un metro. Il Milan continua a fare gioco dando la sensazione di superiorità. Ma bisogna concretizzare. Si va a riposo in svantaggio ma con fiducia per quanto visto in campo.

Nella ripresa Pioli aumenta la propensione offensiva inserendo Rebic per Saelamaekers, positiva la sua prova ma non da giocatore che fa la differenza. Il Milan inizia bene la ripresa costringendo il Verona nella propria metà campo. Zaccagni in versione fenomeno si beve Calabria mettendo Di Marco davanti a Gigio. Tiro alto, anche questi sono segni. In compenso nell’azione successiva annullato il gol di Calhanoglu per fuorigioco millimetrico. Il Verona riesce a infarcire la partita di interruzioni. Juric decide di difendersi. Hernandez sbaglia il secondo gol a tu per tu con Silvestri. Poi, sul corner che ne consegue Lovato scalcia Kessie. Rigore che Ibra manda in curva. Inammissibile. Un rigore si può sbagliare, tre ti devono far capire, specie perché sei leader, che devi dare il pallone al compagno. Così come un minuto dopo quando tira invece che servire Calhanoglu libero al suo fianco. Si resta in svantaggio e i minuti passano.

Il Milan arriva spesso in area ma una gamba, un rimpallo o un incrocio dei pali non consentono il pareggio. Sempre di più c’è puzza di serata no. Silvestri compie un miracolo su Ibra che sul corner seguente, finalmente battuto bene, schiaccia malamente di testa. Affiora la stanchezza e con essa diminuisce la lucidità. Il Milan attacca a testa bassa senza schemi e con la sola volontà di raddrizzare questa partita storta. Tutti si buttano dentro e pareggia Calabria su assist di testa di Ibra imbeccato dal cross di Rebic. Davide coronerebbe l’ottimo momento e la convocazione ma il gol viene annullato perché la palla è carambolata, prima di arrivare al terzino, sul braccio dello svedese. Si riparte. Hernandez al 92 trova Ibra ancora in area, tiro e altro miracolo di Silvestri. Sul cross Di Diaz però il portiere dell’Hellase deve arrendersi allo stacco di Ibra. Se fosse una partita normale il risultato sarebbe 8 a 2. Invece è una serata storta e arriva solo un punto.

Il Verona non ha rubato niente e noi sicuramente ci abbiamo messo del nostro per complicarci la serata. Pareggio o sconfitta, in termini di punti in classifica cambiano poco e, probabilmente anche come morale. La consapevolezza però è che questa è una squadra con carattere e che sta crescendo anche nelle serate in cui il proprio leader è croce e delizia. Tutti questa sera si sono presi la responsabilità è nessuno si è tirato indietro né nascosto.

La sconfitta con il Genoa, prima della pausa Covid, fu molto più dolorosa. Ora staremo a vedere se i nazionali dovranno partite. La speranza è che non si prendano decisioni “all’italiana” con squadre private dei giocatori più forti e altre no. Ma di questo scriverò in un post apposito anche perché il prossimo appuntamento sarà la trasferta a Napoli, piazza che del rispetto delle regole non conosce il significato.