Milan – Torino 4-2: vittoria sin troppo sofferta e solo con in campo i titolari

Serata di chance a San Siro. Pioli contro il Torino non stravolge la formazione e conferma il modulo 4-4-2ettendo Bonaventura e Krunic nei quattro di centrocampo e Piatek punta con Rebic. Gli undici in campo iniziano con buon piglio e il Torino pare ancora un po’ frastornato dalle sette sberle prese dall’Atalanta. Rebic è ispirato […]

Serata di chance a San Siro. Pioli contro il Torino non stravolge la formazione e conferma il modulo 4-4-2ettendo Bonaventura e Krunic nei quattro di centrocampo e Piatek punta con Rebic.

Gli undici in campo iniziano con buon piglio e il Torino pare ancora un po’ frastornato dalle sette sberle prese dall’Atalanta.

Rebic è ispirato e in fiducia. Prima salta l’uomo è conclude, poi renda un triangolo perfetto a Hernandez che mette in mezzo rasoterra con Piatek che arriva in leggero ritardo all’appuntamento con la deviazione sotto misura. È solo il preludio al vantaggio che arriva da Bonaventura che arriva a rimorchio a chiudere un altra palla messa in mezzo da Rebic, scatenato!

La partita dovrebbe essere virtualmente finita. Sarebbe sufficiente proseguire sulla medesima falsariga. Invece si rallenta, si prova a gestire la partita. Il solo Castillejo rincorre gli avversari e così il Torino pareggia su una ripartenza nella quale i nostri ci mettono troppo a rientrare, i difensori invece che scappare si fermano, con Romagnoli che si fa saltare e Bremen, imbeccato alla perfezione da Verdi, davanti a Gigio non sbaglia.

È l’unica azione dei primi 45 minuti del Torino, troppo per lo stato fisico ed emotivo della squadra di Mazzarri. Dopo il gol subito il Milan torna a costruire, seppur non con la veemenza dei primi minuti. La sensazione è che la qualificazione non possa essere in discussione ma intanto il risultato è in parità. Il Toro non fa nulla di particolare e l’azione del Milan pare possa assumere la connotazione della pericolosità in qualunque momento. Krunic pensa di giocare a rugby, le sue conclusioni sono sempre in curva. Piatek non disturba, è come non averlo! Le palle non arrivano a decine ma lui non le sfrutta. Mai un taglio sul primo palo. Inzaghi stasera avrebbe fatto quattro gol! Il più attivo continua ad essere Castillejo, che però troppo spesso si mette in proprio e non essendo Messi…

L’avventura in rossonero di Piatek probabilmente finisce al minuto 62 quando un suo tiro difficilissimo di prima da 35 metri finisce in fallo laterale. Il polacco esce dopo tre minuti, fischiato, per Ibrahimovic, osannato. Il 9 sembra un giocatore imballato dalla preparazione. Mai in anticipo, mai un movimento giusto e sempre dietro l’avversario. Imbarazzante.

L’ingresso dello svedese però non carica i compagni. Alcuni sono apparentemente in debito di ossigeno, come Bonaventura, altri non in serata, leggi Conti. L’esterno destra stasera non ne imbrocca una. Non spinge, si trova spesso preso in mezzo e saltato sistematicamente, come da Ola Aina al minuto 70. Il nigeriano crossa e Bremen, che si inserisce indisturbato, segna la doppietta che porta in vantaggio i Granata. Le sensazioni tra i 36 mila di San Siro cambiano, il Milan sembra subire il colpo. Pioli toglie Jack e mette Leao e, dopo una decina di minuti Calhanoglu per Krunic. Il turco pare ispirato, lotta al pari di Hernandez e Castillejo.

Con la sabbia della clessidra che diventa sempre meno il Milan aumenta il forcing sino a farlo diventare forsennato e in buona parte casuale. Il Toro si difende con una linea di 5 giocatori e i reparti stretti. La sabbia finisce, vengono messi altri cinque minuti di granelli. Prima che inizi a scendere la palla viene data al limite proprio a Calhanoglu e tira con tutta la forza possibile. È il pari ed ora, con i titolari in campo e l’inerzia a favore il pubblico torna a crederci. Ibra sbaglia sottomisura su passaggio di Leao, poi tira alle stelle. Vuole mettere il sigillo al match. Calhanoglu lo pesca in area ma Sigiru para, poco dopo è Rebic a colpire di testa togliendogli la palla prima di una sforbiciata che, se a segno, avrebbe fatto tirare giù San Siro anzitempo.

Si va ai supplementari. Calhanoglu ha sul destro la palla del vantaggio, grossomodo un rigore, che però Sirigu para (e lui gli spara addosso). Ibra è stanco ma spesso è nel posto giusto. La partita diventa come un match tra due pugili con la guardia bassa. Pasqua, l’arbitro non la festa, lascia giocare anche quando dovrebbe fischiare. Si vede che anche lui vuole finisca presto per uscire dal frigorifero di San Siro. Calhanoglu mette Hernandez davanti a Sigiru che però risponde a due conclusioni consecutive, poco dopo anche il francese conclude largo di poco. Dall’altra parte è Millico a presentarsi in area con Donnarumma che respinge. Gli schemi sono totalmente saltati e le squadre lunghe. Brera rabbrividirebbe, il pubblico si diverte sperando nella vittoria. Nel secondo tempo supplementare Pioli mette Kessie per Rebic, applauditissimo. Prima palla toccata da Frank, verticalizzazione per Calhanoglu che entrato in area fa partire un gran tiro, e due, questa volta di sinistro. Il Torino è oramai alle corde e due minuti dopo, come nelle fiabe più belle, Ibrahimovic chiude i conti. Vittoria giusta e sin troppo in dubbio. Come detto in apertura, era una partita da chiudere nei primi 45 minuti ma va bene anche così, a patto di non pagarla domenica contro il Verona.