Milan – Samp 1-1: il treno è passato

Quella con la Samp era una partita da vincere. Nessun altro risultato valido perché il treno per l’Europa stava chiudendo le porte. Il Milan ha provato a vincerla e ha rischiato di perderla. Inzaghi ha schierato la stessa formazione vittoriosa a Palermo e qualcosa di buono si è visto poiché gli 11 in campo hanno […]

Quella con la Samp era una partita da vincere. Nessun altro risultato valido perché il treno per l’Europa stava chiudendo le porte. Il Milan ha provato a vincerla e ha rischiato di perderla.

Inzaghi ha schierato la stessa formazione vittoriosa a Palermo e qualcosa di buono si è visto poiché gli 11 in campo hanno mostrato qualche movimento collettivo. Farlo prima della trentesima giornata sarebbe stato meglio ma Pippo sta imparando, non è un allenatore navigato. Inoltre i numerosi infortuni non lo hanno aiutato ma evidentemente il mister non ha trovato tra le seconde linee 11 giocatori in grado di soddisfarlo. Certamente qualcosa di strano è avvenuto perché altrimenti non ci si spiega, ad esempio, come Van Ginkel sia passato da disponibile panchinaro a titolare.

La partita non ha regalato tante occasioni. Nel primo tempo la quasi totalità di quelle rossonere è capitata sui piedi di Cerci, lento nel pensare e nel concludere. L’esterno si è esibito in qualche volata interessante ma i suoi movimenti sono stati ampiamente prevedibili. Anche Abate, suo compagno di fascia, ha sbagliato qualche palla di troppo in avanti. La Samp si è limitata ai tiri da fuori nel primo tempo e a qualche ripartenza come quella che ha portato al vantaggio. L’azione è partita da una leggerezza di Menez, questa sera involuto e spesso costretto all’azione personale a causa anche dello scarso movimento dei compagni. La difesa si era riposizionata, Mexes è uscito incontro a Eto’o che ha trovato libero in area Soriano.

Inzaghi ha sostituito Cerci con Suso e qualcosa di buono si è visto. Il pareggio è arrivato al minuto 74 su tiro in semirovesciata deviata di De Jong. Poi le squadre si sono allungate e qualche ripartenza avrebbe potuto portare al vantaggio. Suso ha colto un palo clamoroso su bella conclusione da appena dentro l’area e, seppur la vittoria ci sarebbe potuta stare, il pareggio è il risultato più giusto.

Il treno ha le porte praticamente chiuse poiché anche un filotto di vittorie, tanto proclamato quanto oggettivamente non realizzabile, non sarebbe sufficiente.

L’argomento Europa sembra interessare poco perché ora le attenzioni sono tutte rivolte al futuro della società. Ci sono 300milioni da mettere entro qualche mese, la decisione sul nuovo stadio e la valutazione conclusiva sulla cordata di cinesi. La cosa mi intristisce ma pare che l’unico imprenditore italiano in grado di mantenere una società di vertice sia Agnelli.

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