Milan – Inter 0-3: Pioli cambi la sua storia

Da inizio di campionato a tutti erano lampanti le differenze tra le rose delle due milanesi. Il Milan per tutto il 2020 è stato autore di un miracolo costruito sull’entusiasmo e la mentalità vincente. Poi, inevitabilmente, sono arrivati i primi scricchiolii. Brutta sconfitta casalinga con il Lille ma grande risposta del gruppo che è riuscito […]

Da inizio di campionato a tutti erano lampanti le differenze tra le rose delle due milanesi. Il Milan per tutto il 2020 è stato autore di un miracolo costruito sull’entusiasmo e la mentalità vincente. Poi, inevitabilmente, sono arrivati i primi scricchiolii. Brutta sconfitta casalinga con il Lille ma grande risposta del gruppo che è riuscito a concludere al primo posto il girone di Europa League e confermarsi campione d’inverno.

È arrivata la pausa natalizia e qualcosa è cambiato. Sconfitta senza appello con l’Atalanta. Poi secondo tonfo con la Juventus. Due passaggi a vuoto che ci possono stare, arrivati in maniera diversa ma che hanno inevitabilmente eroso le certezze dei nostri.

La sconfitta nel derby in Coppa Italia non ha avuto alcun effetto. Troppo poco importante il trofeo e troppi gli impegni da sfrontare sui tre fronti. All’Inter, estromessa in semifinale, è rimasto il campionato. Un solo impegno per una rosa lunghissima e costosa.

Le squadre hanno potuto preparare il derby in modo differente. Il Milan affrontando la trasferta di giovedì sera a Belgrado, l’Inter comodamente ad Appiano. Anche a parti invertite probabilmente il risultato non sarebbe cambiato.

Il Milan approccia la partita con coraggio, o forse ongenuita. Hernandez resta sempre alto in fase di costruzione, per intimorire Hakimi. In compenso Romagnoli non tiene fisicamente Lukaku e quando lo spagnolo o Kessie non rientrano ad aiutarlo sono guai. Difendersi uno in meno con gli avanti nerazzurri è rischioso e il Milan lo scopre subito. Lukaku scappa sulla destra bevendosi il nostro capitano. Crossa con Kjaer che respinge ancora sui suoi piedi. Il secondo traversone trova il danese non ancora nella propria posizione, troppo avanti, Calabria resta in mezzo tra Perisic e Lautaro che può colpire indisturbato. È il quinto minuto ed è già un casino.

La differenza è abissale nel pressing. Il nostro, come contro lo Spezia, disorganizzato e in ritardo. Per contro i nerazzurri hanno sempre più soluzioni e ci saltano sistematicamente. Loro escono insieme mettendoci in difficoltà. Noi siamo sempre in ritardo. Loro attaccano con tanti uomini alternando pressing a momenti di attesa con la squadra che rimane cortissima. Difendono in 30 metri con 11 uomini sotto la palla. Noi non abbiamo idee chiare e veniamo sopraffatti in ogni zona del campo. Loro si propongono, hanno sempre l’uomo libero e più di una soluzione. I nostri scappano. A turno vengono incontro ma la palla torna ai difensori.

Con il passare dei minuti il Milan alza i giri ma l’Inter si difende bene. Ci sono un paio di occasioni per i nostri. Spesso però sono casuali. Hernandez tira di destro da dentro l’area, dopo un rimpallo, e Ibra prova di tacco per cercare di concretizzare un flipper in area. Le loro occasioni sono più nitide con Perisic che impegna Donnarumma e Skinier che colpisce di testa appena sopra la traversa nel finale di tempo.

Nella ripresa ci si aspetta un Milan differente. Handanovic, che proprio come fu per Nainggolan e Icardi a fine stagione verrà cestinato, salva l’Inter in tre occasioni. Due miracoli su Ibra di testa e uno su tiro di Tonali. Il Milan serra i tempi, l’Inter rallenta forte del vantaggio e della consapevolezza della pericolosità nelle ripartenze. È proprio in una di queste che arriva il raddoppio. Hakimi è bravo e fortunato nello sfondare a destra. Poi in due tocchi la palla arriva a sinistra per Eriksen che trova Perisic a rimorchio. Servizio a Lautaro che segna.

Il Milan ci mette la volontà e continua a cercare di fare gioco e insistere. Inevitabilmente la squadra si allunga. In due passaggi l’Inter riparte. Lukaku fa 30 metri palla al piede. Romagnoli non ha alcuna speranza, troppo inferiore fisicamente rispetto al belga che lo fulmina trovando l’angolino dal limite dell’area. Terzo gol e partita finita nonostante manchino oltre 20 minuti.

Quella odierna è la quarta sconfitta in otto partite. Atalanta, Juventus e Inter sono il segno che questa squadra non ha le certezze di qualche mese fa. Quella con lo Spezia che non è rimasta la mentalità da affamata “provinciale” che è servita per portare la squadra a non perdere per un’infinità di partite. La storia di Pioli pare ripetersi. Già in difende occasioni in carriera ha fatto cose straordinarie risollevando squadre allo sbando. Poi però quando sono arrivate le difficoltà non è mai stato in grado di riaccendere le proprie squadre subendo l’esonero. Lazio e Inter sono due esempi lampanti.

Speriamo che con il Milan vada diversamente. La riprova arriverà nel prossimo turno quando andremo ad affrontare la Roma, una delle avversarie più scomode da affrontare. Serve però una reazione, una prova d’orgoglio e perché tale sia un avversario prestigioso in corsa per un posto in Champions League.