Milan – Atalanta: Inzaghi, non son degni di te…o tu di loro

La partita con l’Atalanta ha un po’ chiarito i dubbi della scorsa settimana. Inzaghi ad oggi non è all’altezza di allenare una grande squadra. Perché questi giocatori evidentemente hanno bisogno di un sergente di ferro. Altro che dare tutto. Certo, questi ragazzi non hanno la minima idea di come stare in campo. Occupano male gli […]

La partita con l’Atalanta ha un po’ chiarito i dubbi della scorsa settimana. Inzaghi ad oggi non è all’altezza di allenare una grande squadra. Perché questi giocatori evidentemente hanno bisogno di un sergente di ferro. Altro che dare tutto. Certo, questi ragazzi non hanno la minima idea di come stare in campo. Occupano male gli spazi, non giocano insieme come una squadra e si nascondono dietro agli alibi. “Abbiamo paura di vincere quando andiamo in vantaggio” e, anche se non lo diranno, “non abbiamo gli attributi per recuperare”. Se la squadra ti segue, caro mister, allora i limiti sono i tuoi.

La formazione al via poteva pure piacere con Menez in mezzo, affiancato da El Shaarawy e Cerci sulle fasce. All’inizio i bergamaschi non hanno neppure pressato, marchi di fabbrica per la vittoria con questo Milan, ma ci hanno aspettato per ripartire. Due linee vicine con centrocampisti pronti a gettarsi negli spazi. Il problema è che il Milan gioca con un finto centravanti salvo fare un gioco come se ci fosse Ibra fisso a fare da boa. Menez esce a prendere la palla e l’area resta vuota. Il francese gioca da far venire i nervi. Manco fosse pagato per quanto tiene la palla. Mai meno di 5/6 tocchi con dribbling fini a se stessi. Nella ripresa, dopo aver preso il gol da Denis in contropiede alla centesima palla persa in uscita, Inzaghi cambia e mette un punto di riferimento in avanti: Pazzini. Chi esce? Menez? Neanche per sogno. Alessio Cerci, uno che forse non ha i 90 minuti ma almeno ogni tanto tira in porta e mette qualche palla pericolosa.

I minuti passano, non cambia nulla e aumenta il nervosismo. Inzaghi espulso per un gesto di stizza e la palla non restituita all’ennesima perdita di tempo devono far riflettere profondamente la società.

Il gioco latita totalmente. I centrocampisti scappano invece che proporsi per prendere la palla e costruire l’azione. I difensori sono spesso messi male andando verso la palla incuranti della posizione degli avversari. Gli attaccanti ricevono spesso palle difficili da giocare, inoltre si muovono poco e male. Si gioca con due uomini larghi che dovrebbero rientrare, tirare o servire i centrocampisti che si inseriscono. Non avviene nulla di tutto questo.

Il Milan ha giocato benino quando tutti sposavano la stessa causa e si comportavano da squadra convinta dei propri mezzi. Per me non è vero che i giocatori stiano seguendo l’allenatore. Sono in troppi quelli che passeggiano in campo o magari proprio non ce la fanno. Sulla rete dell’Atalanta si vede De Jong corricchiare invece che seguire con la bava alla bocca il Tanke che si inseriva, Bonera in una grande squadra sarebbe un ottimo panchinaro. Armero probabilmente neanche quello. Ci sono troppi giocatori che si credono primedonne ma bisogna avere il coraggio e il carattere per ridimensionarli. Mancano 15 giorni alla fine del mercato ma non servono seconde linee o saldi scadenti. Purtroppo ho paura che non siano neppure sufficienti solo uno o due rinforzi.

Minacciare i giocatori di richiamare l’odioso Seedorf forse potrebbe farli svegliare ricordando loro della fortuna di avere un Mister con il carattere di Inzaghi.

P.s. Da tutto il discorso è esentato Jack Bonaventura.

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