Genoa – Milan 0-2: una vittoria importantissima

La scelta di far giocare la partita nel pomeriggio è stata sbagliata, visto che gli incidenti possono capitare anche di giorno, condizionando in parte la gara. Questa partita clou, che sarebbe dovuta essere uno spettacolo atteso con trepidazione, è stata giocata in uno stadio praticamente vuoto. Ed è stato un peccato, perché si è trattato […]

La scelta di far giocare la partita nel pomeriggio è stata sbagliata, visto che gli incidenti possono capitare anche di giorno, condizionando in parte la gara. Questa partita clou, che sarebbe dovuta essere uno spettacolo atteso con trepidazione, è stata giocata in uno stadio praticamente vuoto. Ed è stato un peccato, perché si è trattato di un bel match, giocato con intensità da due squadre che si sono affrontate a viso aperto.

I 90 minuti di Genova hanno raccontato di un Milan che non esprime il bel gioco fatto vedere nelle medesime partite, giocate mesi fa all’andata, ma che ha carattere. Si era intuito nella sfida di Coppa Italia con la Sampdoria e, in maniera più evidente, nel finale di Gedda contro la Juventus.

Il Genoa gioca molto meglio nei primi 30 minuti della partita arrivando sempre primo sulla palla e rendendosi pericoloso in almeno tre occasioni. Il Milan è lento e non riesce a costruire occasioni in avanti. L’unica arriva, casualmente, sui piedi di Paquetà che conclude al volo di sinistro cogliendo il palo. I numeri dei primi 45 minuti recitano pari tiri in porta e più possesso palla per i rossoneri, il retrogusto invece è di un Genoa pericoloso e determinato e un Milan in bambola.

Come però a volte avviene nei 90 minuti la squadra che più si era data da fare nei primi 45 minuti rallenta mentre l’altra, in sofferenza, cresce. Il Genoa rallenta nella ripresa mentre il Milan si sveglia facendo vedere un gioco che a tratti ricorda quello dell’inizio del campionato.

La differenza la fanno Bakayoko, uno dei migliori in assoluto. Il francese non solo è determinante in fase difensiva, con due salvataggi nel primo tempo, ma riesce spesso ad uscire palla al piede. Il primo controllo gli permette di essere sempre nella miglior posizione per la giocata e con il corpo tra palla e avversario. Difficilmente gliela si porta via. Un altro giocatore determinante è stato Paquetà, uno che effettivamente con la palla tra i piedi sa cosa fare. Certo, ogni tanto si guarda un po’ troppo allo specchio, però gioca la palla di prima e può saltare l’uomo in qualsiasi momento. Ultimo, ma non da meno, Andrea Conti. Gattuso lo manda in campo al minuto 14 al posto di Zapata infortunato. Questo dimostra che l’esterno aveva i 90 minuti nelle gambe e che Rino ha paura di cambiare le sue piccole certezze. Conti, da registrare in alcuni movimenti difensivi, spinge con continuità fornendo l’assist a Borini per il gol del vantaggio, che da Abate (ancora molto bene da centrale) difficilmente sarebbe arrivato. Se a questo si aggiungono l’assist a Cutrone contro la Samp e l’azione del possibile rigore con la Juventus si capisce come possa realmente fare la differenza, quindi strano non farlo giocare. La vittoria di Genova però ha inciso a fuoco il nome di Donnarumma. In passato ne ho criticato l’atteggiamento e alcuni limiti, come quelli nelle uscite, ma oggi ha salvato in diverse occasioni.

La vittoria ha riportato il Milan al quarto posto, davanti alle romane e alla bella Atalanta. Da Genoa ora arriverà Piantek che prenderà il posto di Higuain. Ora, il Pipita motivato di Napoli, è sicuramente più forte del polacco. Nessuno discute. Quello avulso, involuto, svogliato e poco professionale visto nelle ultime settimane è secondo a chiunque. Piatek è uno che tira senza pensarci molto, fiuta la porta. È giovane, 23 anni, e mi piace così come la politica della società.