Cambio in panchina: follia pura!

Follia. Questa l’unica parola che può essere legata all’avvicendamento appena annunciato dalla società alla guida delle squadra. Brocchi, allenatore della primavera, è stato promosso alla guida della prima squadra al posto dell’ennesimo esonerato: Sinisa Mihajlovic. Senza scendere in opinioni sulla validità tecnica del serbo, per alcuni allenatore non in grado di dare gioco alle proprie […]

Follia. Questa l’unica parola che può essere legata all’avvicendamento appena annunciato dalla società alla guida delle squadra. Brocchi, allenatore della primavera, è stato promosso alla guida della prima squadra al posto dell’ennesimo esonerato: Sinisa Mihajlovic.

Senza scendere in opinioni sulla validità tecnica del serbo, per alcuni allenatore non in grado di dare gioco alle proprie squadre se non con ripartenze, il controsenso è tutto nel cuore della vicenda.

Il Milan esonera l’ennesimo allenatore dopo Allegri, Seedorf e Inzaghi, per restare nella storia recente, ma lo fa con tempi sbagliati. Siamo al quarto cambiamento nelle ultime due stagioni, per di più con il terzo allenatore alla prima esperienza!

La decisione è una presa in giro verso giocatori e tifosi ai quali era stato annunciato che il futuro del tecnico serbo era legato alle prestazioni delle ultime partite. Con la Juventus i rossoneri hanno disputato una delle migliori gare dell’anno, quindi non si spiega il cambio alla guida. Inoltre la squadra ha dimostrato di essere legata al proprio mister, al quale sarebbe stato doveroso concedere almeno di arrivare sino al termine della stagione. I giocatori più deludenti dell’anno sono stati uomini non scelti da Mihajlovic, quindi il mea culpa dev’essere fatto in primis da Galliani & co. Le scelte di Mihajlovic, da Donnarumma a Romagnoli, sono risultate tra le più felici dell’anno.

Ma ipotizziamo che la società abbia deciso d’invertire la rotta per un nuovo progetto. In fondo si potrebbe capire una decisione presa per costruire il futuro una volta deciso che il serbo non rientra nei piani. Avrebbe un senso puntare ora su Brocchi dandogli il tempo di testare i giocatori in rosa e valutare i cambiamenti da apportare in vista della prossima stagione. Stride in questo caso il termine del contratto che, come da comunicato ufficiale indica come “il Signor Cristian Brocchi condurrà la squadra fino al termine dell’attuale stagione”.

La sensazione è che ci si trovi per l’ennesima volta di fronte agli umori di Berlusconi, innamorato per l’ennesima volta di un allenatore. Peccato che queste folgorazioni negli ultimi anni funzionino poco: infatti dopo i successi con Ancellotti, Capello e Sacchi il signor Berlusconi ha toppato in pieno con Leonardo e i già citati Seedorf e Inzaghi.

Il Milan non ha più l’appeal per i grandi tecnici ma anche quelli emergenti, leggi Di Francesco, ci pensano bene prima di sedersi su una panchina sempre traballante per gli umori del Presidente. Si va per tentativi e, per la legge dei grandi numeri, prima o poi un allenatore risulterà vincente, ma in questo modo è come sparare nel buio, eravamo abituati a pianificazioni e progetti differenti ma probabilmente questa dirigenza non è più in grado di farli.

Unica e ultima speranza un accordo già concluso con un allenatore che non può ancora dichiararsi: penso a Donadoni ma, anche in questo caso, l’arrivo di Brocchi avrebbe poco senso a meno che il buon Cristian ne dovesse esserne il secondo.

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