La mia grande Milano nel cuore del 25 aprile

Non solo vivo ma entusiasta il 25 aprile dei milanesi. E percorrendolo mi sento davvero orgogliosa della mia città. Che sa applaudire i reduci e la memoria. Che non dimentica e, sono sicura, non dimenticherà. Un corteo che è più di una tradizione e non cade nell’abitudine. Applausi accompagnano le brigate partigiane, i nomi mai […]

Non solo vivo ma entusiasta il 25 aprile dei milanesi. E percorrendolo mi sento davvero orgogliosa della mia città. Che sa applaudire i reduci e la memoria. Che non dimentica e, sono sicura, non dimenticherà. Un corteo

che è più di una tradizione e non

cade nell’abitudine. Applausi accompagnano

le brigate partigiane,

i nomi mai dimenticati… Mauthausen,

Dachau. Qualche anziano

ancora sfila con fierezza, ma

tanti ormai sono stati sostituiti da

figli e nipoti. Un ragazzo ostenta

orgoglioso il cartello “Nipote di

partigiano”. La Brigata Ebraica si

inserisce in corso Venezia, lontana

dai centri sociali, anche se qualcuno

che grida Palestina rossa c’è.

Ma non è il giorno delle polemiche,

anche se i centri sociali coi loro

coloratissimi carri alla fine non

rinunciano ai fumogeni e alla protesta

davanti al Comune. Ma in

piazza c’è anche disperazione. I

«panini antifascisti» si vendono a

2 euro, si riempie di offerte la cassettina

per la resistenza dei lavoratori

del San Raffaele. Nichi Vendola

arriva con Giuliano Pisapia

alla partenza. Il suo corteo sarà un

unico lungo comizio: «C’è ancora

un fascismo da combattere — dice —

è la povertà». La gente lo assedia

a ogni angolo, lo applaude,

lo cerca. «La prego, mi faccia passare,

siamo i lavoratori della Nokia

Siemens di Cassina de’ Pecchi,

siamo 325 licenziati nel 2011,

e ora ne arriveranno altri. Non ce

la facciamo più, abbiamo bisogno

della vostra voce…». Ad asciugare

le lacrime della avoratrice è il capogruppo

Sel alla Camera Gennaro

Migliore. Vendola viene trascinato

avanti. L’altra star del corteo

è la presidente della Camera Laura

Boldrini al debutto milanese.

Si unisce al flusso in piazza San

Carlo ma viene travolta da una selva

di telecamere.

GLI SCIOPERANTI dei negozi

girano con volantini che dichiarano

di «festeggiare la Liberazione

anziché la liberalizzazione degli

orari del commercio». «Il 25 aprile—

ammoniscono—non si vende». Quando i giovani del Pd con

il giaguaro e gli antagonisti arrivano

in Duomo il comizio della Boldrini

è ormai alla fine, con gli applausi

che partono dalle guglie e

riecheggiano giù per il corso fino

a San Babila. Il sindaco e il presidente

della Camera vanno a piedi

fino a Palazzo Marino per un breve

incontro, inseguiti dalla folla

plaudente. I centri sociali che improvvisano

un blitz. Qualche fumogeno

e uno striscione con scritto

«Il 25 vive ogni giorno in tutti

gli spazi autogestiti». A Milano il

25 aprile è più vivo che mai.