L’ospizio di Re Mida

VICENDA di Marino a parte, una foto mi ha particolarmente colpito in questi giorni: è l’immagine di un povero vecchietto curvo e claudicante che cammina sorretto da una donna. Quell’ottuagenario è Danilo Poggiolini, il re delle cliniche, che ha trascorso gli ultimi mesi in un ospizio abusivo a Roma. Era quasi prigioniero nelle mani di […]

VICENDA di Marino a parte, una foto mi ha particolarmente colpito in questi giorni: è l’immagine di un povero vecchietto curvo e claudicante che cammina sorretto da una donna. Quell’ottuagenario è Danilo Poggiolini, il re delle cliniche, che ha trascorso gli ultimi mesi in un ospizio abusivo a Roma. Era quasi prigioniero nelle mani di tre indiani che, senza abilitazioni, assistevano, diciamo così, una quindicina di vecchietti. E ho capito come la vita sia davvero strana perché questo nonnino così malandato e povero in canna veniva chiamato, negli anni ‘90, Re Mida e aveva accumulato, quando era direttore generale del ministero della Sanità, una fortuna che i protagonisti delle nuove tangentopoli manco si sognerebbero. Assieme alla moglie, meglio conosciuta come Lady Poggiolini, oggi scomparsa, poteva contare su tesoretti da nababbo: alla coppia furono sequestrati beni per 39 miliardi di vecchie lire e dentro un puff, nel salotto di casa, spuntò un malloppo di dieci miliardi. Credo che ci sia sempre una giustizia: chi mal preleva, in un modo o nell’altro, nel corso della vita deve sempre restituire il maltolto. Con gli interessi. giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net