Wilcock e l’ultimo uomo sulla terra

VEDI I VIDEO “Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo” letta da Vittorio Gassman” , Ritratto di Juan Rodolfo Wilcock , Wilcock, Caifa nel “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini , “Mettiamo che io fossi un cacciatore” Firenze, 17 febbraio 2015 Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo uomo rimasto sulla terra e […]

VEDI I VIDEO “Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo” letta da Vittorio Gassman” , Ritratto di Juan Rodolfo Wilcock , Wilcock, Caifa nel “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini , “Mettiamo che io fossi un cacciatore”

Firenze, 17 febbraio 2015

Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo

Pensa, uomo civile, che sei l’ultimo

uomo rimasto sulla terra e pensa:

tutti i diamanti sono tornati sassi,

sei il re dell’America e della Russia,

con le sterline puoi pulirti il culo

ma perché dovresti ormai pulirtelo,

per uno scrupolo verso i vermi?

E come il fallo cerca la vulva assente,

la tua lingua va in cerca di un orecchio,

metti la maschera d’oro  di Agamennone

e ti guardi allo specchio, ma non ti parla,

cerchi la Sfinge, ma non ti fa domande,

leggi i giornali vecchi per ritrovare

la voce immonda della razza scomparsa,

avara, ipocrita, assassina e ladra,

ma almeno ti parlava, non come adesso,

ti mentiva, ti odiava, ti dileggiava,

ma ti parlava e a volte ti ascoltava,

rimpiangi il giudice, lo sbirro, il boia,

che erano te specchiato con la maschera,

ma quelle labbra d’oro ti parlavano,

non come le ricchezze della terra

che senza le parole sono polvere,

ceneri, cenci, sassi, carte e metalli.

Puoi fare quel che vuoi, chi è solo è morto”.

Ma quell’uomo civile che era l’ultimo

uomo rimasto sulla terra si mise

sulla faccia la maschera di Agamennone

e si sdraiò nel sepolcro a Micene

sperando che Qualcuno lo vedesse.

Juan Rodolfo Wilcock 

(da La parola morte, 1968)

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