Natale con cinque poeti: Gozzano, Saba, Quasimodo, Ungaretti e De Luca

VEDI I VIDEO “La Notte Santa” di Guido Gozzano , “A Gesù Bambino” di Umberto Saba , “Natale” di Salvatore Quasimodo , “Natale” di Giuseppe Ungaretti letta da Roberto Herlitzka , “Natale” di Erri De Luca ASCOLTA CANTI E CANZONI DI NATALE “Bianco Natal” , “Tu scendi dalle stelle” , “Adeste Fideles” , “So This […]

VEDI I VIDEO “La Notte Santa” di Guido Gozzano , “A Gesù Bambino” di Umberto Saba , “Natale” di Salvatore Quasimodo , “Natale” di Giuseppe Ungaretti letta da Roberto Herlitzka , “Natale” di Erri De Luca

ASCOLTA CANTI E CANZONI DI NATALE “Bianco Natal” , “Tu scendi dalle stelle” , “Adeste Fideles” , “So This is Christmas” cantata da John Lennon , “White Christmas” cantata da Zucchero , “Little Drummer Boy” cantata da Bob Dylan

Firenze, 25 dicembre 2019 – BUON NATALE!

La Notte Santa

– Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!

Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.

Presso quell’osteria potremo riposare,

ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca

lentamente le sei.

– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?

Un po’ di posto per me e per Giuseppe?

– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;

son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca

lentamente le sette.

– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?

Mia moglie più non regge ed io son così rotto!

– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:

Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.

Il campanile scocca

lentamente le otto.

– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno

avete per dormire? Non ci mandate altrove!

– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno

d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.

Il campanile scocca

lentamente le nove.

– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!

Pensate in quale stato e quanta strada feci!

– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.

Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…

Il campanile scocca

lentamente le dieci.

– Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?

Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?

L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame

non amo la miscela dell’alta e bassa gente.

Il campanile scocca

le undici lentamente.

La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?

– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!

Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…

Maria già trascolora, divinamente affranta…

Il campanile scocca

La Mezzanotte Santa.

È nato!

Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.

La notte, che già fu sì buia,

risplende d’un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaje

suonate; squillate, campane!

Venite, pastori e massaie,

o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,


ma, come nei libri hanno detto

da quattro mill’anni i Profeti,

un poco di paglia ha per letto.

Per quattro mill’anni s’attese

quest’ora su tutte le ore.

È nato! È nato il Signore!

È nato nel nostro paese!

Risplende d’un astro divino

La notte che già fu sì buia.

È nato il Sovrano Bambino.

È nato!


Alleluja! Alleluja!

Guido Gozzano

A Gesù Bambino

La notte è scesa

e brilla la cometa

che ha segnato il cammino.

Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,

ci hai insegnato

che tutte le creature sono uguali,

ch le distingue solo la bontà,

tesoro immenso,

dato al povero e al ricco.

Gesù, fa’ ch’io sia buono,

che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa’ che il tuo dono

s’accresca in me ogni giorno

e intorno lo diffonda,

nel Tuo nome.

Umberto Saba

Natale

Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti

alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti

salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio

delle figure di legno: ecco i vecchi

del villaggio e la stella che risplende,

e l’asinello di colore azzurro.

Pace nel cuore di Cristo in eterno;

ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.

Anche con Cristo e sono venti secoli

il fratello si scaglia sul fratello.

Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino

che morirà poi in croce fra due ladri?

Salvatore Quasimodo

Natale

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade

Ho tanta

stanchezza

sulle spalle

Lasciatemi così

come una

cosa

posata

in un

angolo

e dimenticata

Qui

non si sente

altro

che il caldo buono

Sto

con le quattro

capriole

di fumo

del focolare

Giuseppe Ungaretti

Natale

Nascerà in una stiva tra viaggiatori clandestini.

Lo scalderà il vapore della sala macchine.

Lo cullerà il rollio del mare di traverso.

Sua madre imbarcata per tentare uno scampo o una fortuna,

suo padre l’angelo di un’ora,

molte paternità bastano a questo.

In terraferma l’avrebbero deposto

nel cassonetto di nettezza urbana.

Staccheranno coi denti la corda d’ombelico.

Lo getteranno al mare, alla misericordia.

Possiamo dargli solo i mesi di grembo, dicono le madri.

Lo possiamo aspettare, abbracciare no.

Nascere è solo un fiato d’aria guasta. Non c’è mondo per lui.

Niente della sua vita è una parabola.

Nessun martello di falegname gli batterà le ore dell’infanzia,

poi i chiodi nella carne.

Io non mi chiamo Maria, ma questi figli miei

che non hanno portato manco un vestito e un nome

i marinai li chiamano Gesù.

Perché nascono in viaggio, senza arrivo.

Nasce nelle stive dei clandestini,

resta meno di un’ora di dicembre.

Dura di più il percorso dei Magi e dei contrabbandieri.

Nasce in mezzo a una strage di bambini.

Nasce per tradizione, per necessità,

con la stessa pazienza anniversaria.

Però non sopravvive più, non vuole.

Perché vivere ha già vissuto, e dire ha detto.

Non può togliere o aggiungere una spina ai rovi delle tempie.

Sta con quelli che vivono il tempo di nascere.

Va con quelli che durano un’ora.

Erri De Luca