L’autunno secondo Lorca

VEDI I VIDEO “Canzone d’Autunno” letta da Alberto Lupo , “Canción Otoñal” , Federico García Lorca secondo Leonard Cohen Federico García Lorca Firenze, 25 ottobre 2013 Canzone d’Autunno Oggi sento nel cuore un vago tremore di stelle, ma il mio sentiero si perde nell’anima della nebbia. La luce mi spezza le ali e il dolore della mia tristezza bagna i […]

VEDI I VIDEO “Canzone d’Autunno” letta da Alberto Lupo , “Canción Otoñal” , Federico García Lorca secondo Leonard Cohen

Federico García Lorca

Firenze, 25 ottobre 2013

Canzone d’Autunno

Oggi sento nel cuore

un vago tremore di stelle,

ma il mio sentiero si perde

nell’anima della nebbia.

La luce mi spezza le ali

e il dolore della mia tristezza

bagna i ricordi

alla fonte dell’idea.

Tutte le rose sono bianche,

bianche come la mia pena,

e non sono le rose bianche,

perché ci ha nevicato sopra.

Prima ci fu l’arcobaleno.

Nevica anche sulla mia anima.

La neve dell’anima ha

fiocchi di baci e di scene

che sono affondate nell’ombra

o nella luce di chi le pensa.

La neve cade dalle rose,

ma quella dell’anima resta

e l’artiglio degli anni

ne fa un sudario.

Si scioglierà la neve

quando moriremo?

O ci sarà altra neve

e altre rose piú perfette?

Scenderà la pace su di noi

come c’insegna Cristo?

O non sarà mai possibile

la soluzione del problema?

E se l’amore c’inganna?

Chi animerà la nostra vita

se il crepuscolo ci sprofonda

nella vera scienza

del Bene che forse non esiste

e del Male che batte vicino?

Se la speranza si spegne

e ricomincia Babele

che torcia illuminerà

le strade della Terra?

Se l’azzurro è un sogno,

che ne sarà dell’innocenza?

Che ne sarà del cuore

se l’Amore non ha frecce?

Se la morte è la morte,

che ne sarà dei poeti

e delle cose addormentate

che piú nessuno ricorda?

O sole della speranza!

Acqua chiara! Luna nuova!

Cuori dei bambini!

Anime rudi delle pietre!

Oggi sento nel cuore

un vago tremore di stelle

e tutte le rose sono

bianche come la mia pena.

Canción otoñal

Hoy siento en el corazón

un vago temblor de estrellas,

pero mi senda se pierde

en el alma de la niebla.

La luz me troncha las alas

y el dolor de mi tristeza

va mojando los recuerdos

en la fuente de la idea.

Todas las rosas son blancas,

tan blancas como mi pena,

y no son las rosas blancas,

que ha nevado sobre ellas.

Antes tuvieron el iris.

También sobre el alma nieva.

La nieve del alma tiene

copos de besos y escenas

que se hundieron en la sombra

o en la luz del que las piensa.

La nieve cae de las rosas,

pero la del alma queda,

y la garra de los años

hace un sudario con ellas.

¿Se deshelará la nieve

cuando la muerte nos lleva?

¿O después habrá otra nieve

y otras rosas más perfectas?

¿Será la paz con nosotros

como Cristo nos enseña?

¿O nunca será posible

la solución del problema?

¿Y si el amor nos engaña?

¿Quién la vida nos alienta

si el crepúsculo nos hunde

en la verdadera ciencia

del Bien que quizá no exista,

y del Mal que late cerca?

¿Si la esperanza se apaga

y la Babel se comienza,

qué antorcha iluminará

los caminos en la Tierra?

¿Si el azul es un ensueño,

qué será de la inocencia?

¿Qué será del corazón

si el Amor no tiene flechas?

Y si la muerte es la muerte,

qué será de los poetas

y de las cosas dormidas

que ya nadie las recuerda?

¡Oh sol de las esperanzas!

¡Agua clara! ¡Luna nueva!

¡Corazones de los niños!

¡Almas rudas de las piedras!

Hoy siento en el corazón

un vago temblor de estrellas

y todas las rosas son

tan blancas como mi pena.

Federico García Lorca 

(novembre 1918)

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