L’alluvione, i libri, le carte di Gadda (con una sua poesia)

VEDI I VIDEO “Autunno” , Intervista a Carlo Emilio Gadda , Il finale di “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi , da “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (1959) , Mina legge Gadda , L’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 al Gabinetto Vieusseux Firenze, 21 ottobre 2016 – Articolo pubblicato su “La Nazione” di […]

VEDI I VIDEO “Autunno” , Intervista a Carlo Emilio Gadda , Il finale di “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi , da “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (1959) , Mina legge Gadda , L’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 al Gabinetto Vieusseux

Firenze, 21 ottobre 2016 Articolo pubblicato su “La Nazione” di ieri.

Palazzo Corsini Suarez

Una mostra s
ull’inondazione e i danni al patrimonio librario

Alba fatale, quella del 4 novembre 1966, quando Firenze fu la tragica protagonista di quell’efferata, devastante alluvione di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario. Si inaugura stamani alle ore 11 all’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Palazzo Corsini Suarez, in Via Maggio, una mostra a cura del Laboratorio di Restauro dell’istituto – “L’alluvione e il restauro” che testimonia quanto di doloroso ed inimmaginabile accadde alla celebre biblioteca fiorentina di Palazzo Strozzi, investita da una marea di acqua, fango e nafta.

I danni al prezioso patrimonio librario furono ingenti, data l’ubicazione della quasi totalità dei libri e dei periodici conservati nei magazzini seminterrati del palazzo: 250.000 volumi sistemati su circa 6 km. di palchetti e in armadi metallici, travolti dalle acque e rimasti del tutto sommersi, al pari di gran parte dello straordinario materiale documentale dello storico archivio del Gabinetto.

Ora, a raccontare quelle drammatiche vicende e il faticoso cammino di risalita compiuto nel corso degli anni sono le belle foto di Donato Costanza, le elaborazioni grafiche e il video curati da Giorgio Commini e Riccardo Seghezzi e il collettivo impegno del Laboratorio di Restauro. Impegno fatto professionalmente convergere allora in termini di recupero e restauro pure sulle importantissime carte che Carlo Emilio Gadda aveva donato, sul punto di lasciare Firenze per trasferirsi a Roma, all’amico Alessandro Bonsanti: primo nucleo di un fondo di inestimabile valore che oggi rende consultabili agli studiosi oltre 15.000 pezzi in catalogo.

All’inaugurazione partecipano Sandra Bonsanti, Maurizio Copedé, Giuseppe Matulli e Diana Toccafondi.

Marco Marchi

Autunno

Tàcite imagini della tristezza

Dal plàtano al prato!

Quando la bruma si dissolve nel monte

E un pensiero carezza

E poi lascia desolato – la marmorea fronte;

Quando la torre, e il rattoppato maniero,


Non chiede, al vecchio architetto, più nulla:

Allora il feudo intero – fruttifica una susina

Bisestile, alla collina

Dolce e brulla.

Tace, dal canto, il prato.

Il pianoforte della marchesina

Al tocco magico delle sue dita

S’è addormentato:

E dopo sua dipartita – l’autunno

S’è scelto un nuovo alunno:


Il passero!, lingua di portinaia

Dal gelso all’aia:

E il cancello e lo stemma sormonta

La nenia del campanile – e racconta

I ritorni, all’aurata foresta:

Garibaldeggia per festa

Sopra il travaglio gentile

Perché alla bella il ragazzo piaccia,

Quello che lassù canta, quello che lassù pesta.

Il vecchio marchese ha inscenato una caccia

Con quindici veltri, e galoppa,

Diplomatico sconsolato

Sul suo nove anni reumatizzato.

Della volpe nessuna notizia, nessuna traccia!

Il cavallo ha un nome inglese: e il corno sfiatato

Assorda nella tana il ghiro

Che una nocciòla impingua!

Al docicesimo giro

La muta s’è messa un palmo di lingua

E, mòbile macchia, cicloneggia bianca

Nella deserta brughiera

Là, verso il passaggio a livello,

Dove arriva stanca,

Salendo, la vaporiera.

Passa il merci e il frenatore – più bello,

Lungo fragore! – vana bandiera!

Ha incantato la cantoniera.

Ecco il diretto galoppa – verso città lontane

E il cavallo inglese intoppa

Negli sterpi dannati e calpesta

I formicai vuoti e le tane.

Ma dal campanile canta l’ora di festa – canta

Tristezze vane!

Carlo Emilio Gadda

(in “Solaria”, 3 marzo 1932, poi in La cognizione del dolore)

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