La voce del poeta. Borges, ‘Arte poetica’

VEDI IL VIDEO Jorge Luis Borges legge “Arte Poética” Jorge Luis Borges Firenze, 17 gennaio 2012 Arte poetica Guardare il fiume fatto di tempo e di acqua E ricordare che il tempo è un altro fiume. Sapere che noi ci perdiamo come il fiume E che i volti passano come l’acqua. Sentire che la veglia è […]

VEDI IL VIDEO Jorge Luis Borges legge “Arte Poética”

Jorge Luis Borges

Firenze, 17 gennaio 2012

Arte poetica

Guardare il fiume fatto di tempo e di acqua

E ricordare che il tempo è un altro fiume.

Sapere che noi ci perdiamo come il fiume

E che i volti passano come l’acqua.

Sentire che la veglia è un altro sogno

Che sogna di non sognare e che la morte

Che la nostra carne teme è questa morte

Di ogni notte, che si chiama sogno.

Vedere nel giorno e nell’anno un simbolo

Dei giorni dell’uomo e dei suoi anni.

Convertire l’oltraggio degli anni

In una musica, una voce e un simbolo.

Vedere nella morte il sogno, nel tramonto

Un triste oro, tale è la poesia

Che è immortale e povera. La poesia

Torna come l’alba e il tramonto.

Talora nel crepuscolo un volto

Ci guarda dal fondo di uno specchio:

L’arte deve essere come questo specchio

Che ci rivela il nostro proprio volto.

Narrano che Ulisse, sazio di prodigi,

Pianse d’amore scorgendo la sua Itaca

Verde e umile. L’arte è questa Itaca

Di verde eternità, non di prodigi.

Ed è pure come il fiume senza fine

Che scorre e rimane, cristallo di uno stesso

Eraclito incostante, che è lo stesso

Ed è altro, come il fiume senza fine.

(traduzione di Domenico Porzio)

Arte Poética

Mirar el río hecho de tiempo y agua

Y recordar que el tiempo es otro río,

Saber que nos perdemos como el río

Y que los rostros pasan como el agua.

Sentir que la vigilia es otro sueño

Que sueña no soñar y que la muerte

Que teme nuestra carne es esa muerte

De cada noche, que se llama sueño.

Ver en el día o en el año un símbolo

De los días del hombre y de sus años,

Convertir el ultraje de los años

En una música, un rumor y un símbolo,

Ver en la muerte el sueño, en el ocaso

Un triste oro, tal es la poesía

Que es inmortal y pobre. La poesía

Vuelve como la aurora y el ocaso.

A veces en las tardes una cara

Nos mira desde el fondo de un espejo;

El arte debe ser como ese espejo

Que nos revela nuestra propia cara.

Cuentan que Ulises, harto de prodigios,

Lloró de amor al divisar su Itaca

Verde y humilde. El arte es esa Itaca

De verde eternidad, no de prodigios.

También es como el río interminable

Que pasa y queda y es cristal de un mismo

Heráclito inconstante, que es el mismo

Y es otro, como el río interminable.

Jorge Luis Borges

(da L’artefice, 1960)

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