La tempesta e la quiete. Leopardi

VEDI I VIDEO “La quiete dopo la tempesta” letta da Vittorio Gassman , “Le ricordanze” letta da Arnoldo Foà , “Sulle orme di Giacomo Leopardi” di Francesco Pasinetti (1941) , “A Giacomo Leopardi” di Pietro Mascagni (1898) Firenze, 21 novembre 2016 La quiete dopo la tempesta Passata è la tempesta: odo augelli far festa, e la gallina, tornata in su la via, che […]

VEDI I VIDEO “La quiete dopo la tempesta” letta da Vittorio Gassman , “Le ricordanze” letta da Arnoldo Foà , “Sulle orme di Giacomo Leopardi” di Francesco Pasinetti (1941) , “A Giacomo Leopardi” di Pietro Mascagni (1898)

Firenze, 21 novembre 2016

La quiete dopo la tempesta

Passata è la tempesta:

odo augelli far festa, e la gallina,

tornata in su la via,

che ripete il suo verso. Ecco il sereno

rompe lá da ponente, alla montagna:

sgombrasi la campagna,

e chiaro nella valle il fiume appare.

Ogni cor si rallegra, in ogni lato

risorge il romorio,

torna il lavoro usato.

L’artigiano a mirar l’umido cielo,

con l’opra in man, cantando,

fassi in su l’uscio; a prova

vien fuor la femminetta a côr dell’acqua

della novella piova;

e l’erbaiuol rinnova

di sentiero in sentiero

il grido giornaliero.

Ecco il sol che ritorna, ecco sorride

per li poggi e le ville. Apre i balconi,

apre terrazzi e logge la famiglia:

e, dalla via corrente, odi lontano

tintinnio di sonagli; il carro stride

del passeggier che il suo cammin ripiglia.

Si rallegra ogni core.

Sí dolce, sí gradita

quand’è, com’or, la vita?

Quando con tanto amore

l’uomo a’ suoi studi intende?

o torna all’opre? o cosa nova imprende?

quando de’ mali suoi men si ricorda?

Piacer figlio d’affanno;

gioia vana, ch’è frutto

del passato timore, onde si scosse

e paventò la morte

chi la vita abborria;

onde in lungo tormento,

fredde, tacite, smorte,

sudâr le genti e palpitâr, vedendo

mossi alle nostre offese

folgori, nembi e vento.

O natura cortese,

son questi i doni tuoi,

questi i diletti sono

che tu porgi ai mortali. Uscir di pena

è diletto fra noi.

Pene tu spargi a larga mano; il duolo

spontaneo sorge e di piacer, quel tanto

che per mostro e miracolo talvolta

nasce d’affanno, è gran guadagno. Umana

prole cara agli eterni! assai felice

se respirar ti lice

d’alcun dolor; beata

se te d’ogni dolor morte risana.

Giacomo Leopardi 

(da Canti)

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