Aragon e la bella prigioniera dei soldati

VEDI I VIDEO “La rose et la réséda” letta da Jean-Louis Barrault in un cortometraggio di André Michel del 1947  , … e da Louis Aragon , “La rose et la réséda” cantata da Juliette Greco , …e da La Tordue , “Non esistono amori felici” letta da Roberto Saviano Firenze, 16 febbraio 2016 – La rose et la réséda di Louis […]

VEDI I VIDEO “La rose et la réséda” letta da Jean-Louis Barrault in un cortometraggio di André Michel del 1947  , … e da Louis Aragon , “La rose et la réséda” cantata da Juliette Greco , …e da La Tordue , “Non esistono amori felici” letta da Roberto Saviano

Firenze, 16 febbraio 2016  La rose et la réséda di Louis Aragon, testo risalente per composizione al 1943 e dedicato alla memoria di quattro martiri della Resistenza francese (due partigiani cristiani e due comunisti), ci riporta al drammatico contesto storico dell’occupazione tedesca della Francia: è lei, la Francia, la personificata “bella prigioniera dei soldati” adorata da tutti, credenti e non credenti, di cui si parla nella poesia.

Il componimento rievoca con efficacia quella temperie, facendosi invito di valore politico e civile ad una unità nazionale in grado di superare la vecchia divisione tra laici e cattolici, tra la rosa rossa e la reseda bianca: una frattura dolorosamente efficiente nelle vicende francesi, com’è noto, fin dai tempi dell’affare Dreyfus. Il martirio comune, nell’ottica aperta al futuro che il poeta surrealista affida a questi versi, creerà le condizioni per l’avvio di una nuova stagione.

All’interessantissimo, storico cortometraggio di André Michel, contenente l’altrettanto storica, vibrante e appassionata  lettura di La rose et le réséda di Jean-Louis Barrault, si sono abbinate nella proposta-video del post le interpretazioni del testo in chiave musicale di Juliette Greco e del gruppo La Tordue, nonché la lettura dello stesso Aragon.

Marco Marchi

La rosa e la reseda

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Entrambi adoravano la bella prigioniera dei soldati

Colui che saliva sulla scala e colui che aspettava in basso

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Che importa come si chiama questa chiarezza sui loro passi

Che uno fosse di chiesa e l’altro si defilasse

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Entrambi erano fedeli nelle labbra nel cuore nelle braccia

Ed entrambi dicevano che essa viva e chi vivrà vedrà

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Quando il grano è sotto la grandine è pazzo chi fa il difficile

E’ pazzo colui che si occupa dei suoi litigi nel cuore della lotta comune

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Dall’alto della cittadella la sentinella sparò

per due volte e l’uno cancella l’altra tomba che morirà

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Sono in prigione l’uno ha il più triste giaciglio

L’uno più dell’altro si congela, l’altro preferisce i topi

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Un ribelle è un ribelle due singulti fanno un solo rintocco funebre

E quando viene l’alba crudele passano dalla vita al trapasso

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Ripetendo il nome di colei che nessuno dei due sbagliò

E il loro sangue gronda con uno stesso colore con uno stesso scoppio

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

Gronda, gronda, si mescola alla terra che amò

Affinché alla nuova stagione maturi un’uva moscata

Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva

L’unico corre e l’altro ha delle ali della Bretagna o del Jura

E lampone o mirabella il grillo canterà di nuovo

dite flauto o violoncello il doppio amore che bruciò

l’allodola e la rondine la rosa e la reseda.

La rose et le réséda

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Tous deux adoraient la belle

Prisonnière des soldats

Lequel montait à l’échelle

Et lequel guettait en bas

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Qu’importe comment s’appelle

Cette clarté sur leur pas

Que l’un fut de la chapelle

Et l’autre s’y dérobât

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Tous les deux étaient fidèles

Des lèvres du coeur des bras

Et tous les deux disaient qu’elle

Vive et qui vivra verra

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Quand les blés sont sous la grêle

Fou qui fait le délicat

Fou qui songe à ces querelles

Au coeur du commun combat

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Du haut de la citadelle

La sentinelle tira

Par deux fois et l’un chancelle

L’autre tombe qui mourra

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Ils sont en prison Lequel

A le plus triste grabat

Lequel plus que l’autre gèle

Lequel préfère les rats

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Un rebelle est un rebelle

Nos sanglots font un seul glas

Et quand vient l’aube cruelle

Passent de vie à trépas

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

Répétant le nom de celle

Qu’aucun des deux ne trompa

Et leur sang rouge ruisselle

Même couleur même éclat

Il coule, il coule, il se mêle

À la terre qu’il aima

Pour qu’à la saison nouvelle

Mûrisse un raisin muscat

Celui qui croyait au ciel

Celui qui n’y croyait pas

L’un court et l’autre a des ailes

De Bretagne ou du Jura

Et framboise ou mirabelle

Le grillon rechantera

Dites flûte ou violoncelle

Le double amour qui brûla

L’alouette et l’hirondelle

La rose et le réséda

Louis Aragon  

(La Diane Française)

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