Io non sono un poeta. Sergio Corazzini

VEDI I VIDEO “Desolazione del povero poeta sentimentale” , “Sonetto della neve” letto da Roberto Herlitzka , “Il mio cuore” , “Un bacio” , “Vedi: nessuno ascolta” Firenze, 5 febbraio 2019 – Ricordando che domani ricorrerà l’anniversario della nascita di Sergio Corazzini (Roma, 6 febbraio 1886). Desolazione del povero poeta sentimentale Perché tu mi dici: poeta? Io non sono […]

VEDI I VIDEO “Desolazione del povero poeta sentimentale” , “Sonetto della neve” letto da Roberto Herlitzka“Il mio cuore” , “Un bacio” , “Vedi: nessuno ascolta”

Firenze, 5 febbraio 2019 – Ricordando che domani ricorrerà l’anniversario della nascita di Sergio Corazzini (Roma, 6 febbraio 1886).

Desolazione del povero poeta sentimentale

Perché tu mi dici: poeta?

Io non sono un poeta.

Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.

Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.

Perché tu mi dici: poeta?

II

Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.

Le mie gioie furono semplici,

semplici così, che se io dovessi confessarle a te arrossirei.

Oggi io penso a morire.

III

Io voglio morire, solamente, perché sono stanco;

solamente perché i grandi angioli

su le vetrate delle catedrali

mi fanno tremare d’amore e d’angoscia;

solamente perché, io sono, oramai,

rassegnato come uno specchio,

come un povero specchio melanconico.

Vedi che io non sono un poeta:

sono un fanciullo triste che ha voglia di morire.

IV

Oh, non maravigliarti della mia tristezza!

E non domandarmi;

io non saprei dirti che parole così vane,

Dio mio, così vane,

che mi verrebbe di piangere come se fossi per morire.

Le mie lagrime avrebbero l’aria

di sgranare un rosario di tristezza

davanti alla mia anima sette volte dolente,

ma io non sarei un poeta;

sarei, semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo

cui avvenisse di pregare, così, come canta e come dorme.

V

Io mi comunico del silenzio, cotidianamente, come di Gesù.

E i sacerdoti del silenzio sono i romori,

poi che senza di essi io non avrei cercato e trovato il Dio.

VI

Questa notte ho dormito con le mani in croce.

Mi sembrò di essere un piccolo e dolce fanciullo

dimenticato da tutti gli umani,

povera tenera preda del primo venuto;

e desiderai di essere venduto,

di essere battuto

di essere costretto a digiunare

per potermi mettere a piangere tutto solo,

disperatamente triste,

in un angolo oscuro.

VII

Io amo la vita semplice delle cose.

Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco,

per ogni cosa che se ne andava!

Ma tu non mi comprendi e sorridi.

E pensi che io sia malato.

VIII

Oh, io sono, veramente malato!

E muoio, un poco, ogni giorno.

Vedi: come le cose.

Non sono, dunque, un poeta:

io so che per essere detto: poeta, conviene

viver ben altra vita!

Io non so, Dio mio, che morire.

Amen.

Sergio Corazzini 

(da Piccolo libro inutile, 1906)

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