Il Dio d’amore di Alda Merini

VEDI I VIDEO Dieci poesie d’amore di Alda Merini lette da Sara Borsarelli , “Sono nata il ventuno a primavera” letta da Alda Merini , … e cantata da Milva Firenze, 13 settembre 2014 –  L’amore è il nucleo incandescente attorno al quale ruota tutta la produzione poetica di Alda Merini. Alla frequentazione del top dei sentimenti la Merini ha legato la praticabilità […]

VEDI I VIDEO Dieci poesie d’amore di Alda Merini lette da Sara Borsarelli , “Sono nata il ventuno a primavera” letta da Alda Merini , … e cantata da Milva

Firenze, 13 settembre 2014 –  L’amore è il nucleo incandescente attorno al quale ruota tutta la produzione poetica di Alda Merini. Alla frequentazione del top dei sentimenti la Merini ha legato la praticabilità stessa della vita, sicura che la presenza e l’assenza dell’amore costituissero, più che segnali luminosi e oscuri di una capacità sensibile di emozionarsi ed esprimere, la mappa delle effettive possibilità esistenziali di fuoriuscita dalla solitudine che grava sull’«io» e sulle sorti del mondo.

Così una delle maggiori voci del Novecento italiano, riconoscendo il suo «Dio di amore» e proprio a lui rivolgendosi, può dire, in una sorta di puntuale ed esatto riepilogo di una vicenda infinita: «Io ho scritto per te ardue sentenze, / ho scritto per te tutto il mio declino; / ora mi anniento, e niente può salvare / la mia voce devota; solo un canto / può trasparirmi adesso dalla pelle / ed è un canto d’amore che matura / questa mia eternità senza confini».

Marco Marchi

Amore

Ti ho perso lungo i solchi della via,

o mio unico amore,

Dio di giacenza e di dubbio

Dio delle mitiche forze

Dio, Dio sempre Dio

che sei più forte degli amplessi

e dei teneri amori.

Che fai crescere le fontane,

che appari e dispari

come un luogotenente del destino.

Perderti è come perdere la speranza

ed io ti ho perduto

non una ma un milione di volte

e ritrovarti è come sorgere dall’eterno peccato

per vedere le falle della vita

ma anche le tue mobili stelle:

TU SEI UN DIO DI AMORE.

Il bacio

Il bacio corre veloce nei miei pensieri

per un bacio ho tradotto Omero

tutto d’un fiato poi

sono diventata bianca come la luna

e ti ho amato fino a morirne

dentro l’urna di un castello di vetro

che nessuno conosce.

Mi sono innamorata

Mi sono innamorata

delle mie stesse ali d’angelo,

delle mie nari che succhiano la notte,

mi sono innamorata di me

e dei miei tormenti.

Un erpice che scava dentro le cose,

o forse fatta donzella

ho perso le mie sembianze.

Come sei nudo, amore,

nudo e senza difesa:

io sono la vera cetra

che ti colpisce nel petto

e ti dà larga resa. 

Il volto

Vedessi il volto della mia anima

quando ti vedo e tremo

e diventa foglia d’ascolto.

Vedessi il dito del mio cuore

che ti indica strade sconosciute.

Vedessi il mio amore

che è tenero figlio

che cresce senza padre. 

Quando gli innamorati si parlano

Quando gli innamorati si parlano

attraverso gli alberi 

e attraverso mille strade infelici,

quando abbracciano l’edera

come se fosse un canto,

quando trovano la grazia

nelle spighe scomposte

e dagli alti rigogli,

quando gli amanti gemono

sono signori della terra

e sono vicini a Dio come i santi più ebbri.

Quando gli innamorati parlano di morte

parlano di vita in eterno

in un colloquio di un fine esperanto

noto soltanto a Lui.

Il loro linguaggio è dissacratore,

ma chiama la grazia infinita

di un grande perdono.

Sogno d’amore

Se dovessi inventarmi il sogno

del mio amore per te

penserei a un saluto

di baci focosi

alla veduta di un orizzonte spaccato

e a un cane

che si lecca le ferite

sotto il tavolo.

Non vedo niente però

nel nostro amore

che sia l’assoluto di un abbraccio gioioso. 

No, non chiudermi ancora nel tuo abbraccio

No, non chiudermi ancora nel tuo abbraccio,


atterreresti in me questa alta vena


che mi inebria dall’oggi e mi matura.


Lasciamo alzare le mie forze al sole, 


lascia che mi appassioni dei miei frutti,


lasciami lentamente delirare


e poi coglimi solo e primo e sempre


nelle notti invocato e nei tuoi lacci


amorosi tu atterrami sovente


come si prende una sventata agnella.  

Angeli, il vostro occhio è cieco e vede tutto

Angeli,

il vostro occhio è cieco e vede tutto,

angeli,

il vostro occhio vede ed è cieco.

Angeli,

c’è una moltitudine di demoni

che vi perseguita

e c’è una moltitudine di angeli

che vi perseguita.

Tra queste lotte,

tra queste stagioni orrende

di sangue e di morte

di morte e di pace voi vivete,

UNICI GRANDI

STRATAGEMMI DI DIO. 

Così l’angelo che si fa demone

Così l’angelo che si fa demone,

il demone che si fa angelo,

il male oscuro,

la paura del male

diventano l’inferno vivo della mente.

E allora si sente il palpito divino

di una rinascita che non è più possibile,

e su queste rive di canto

nasce forse l’espansione di una lingua

che non conosce nessuno,

e di cui non parlerà mai nessuno.

Mentre la poesia è distanza

tra corpo e corpo,

mentre la poesia è amore. 

Io ero un uccello

Io ero un uccello

dal bianco ventre gentile,

qualcuno mi ha tagliato la gola

per riderci sopra

non so.

Io ero un albatro grande

e volteggiavo sui mari.

Qualcuno ha fermato il mio viaggio,

senza nessuna carità di suono.

Ma anche distesa per terra

io canto ora per te

le mie canzoni d’amore. 

Alda Merini

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