Buon compleanno, Ugo Foscolo!

VEDI I VIDEO L’inizio del carme “Dei Sepolcri” letto da Vittorio Gassman , Visita alle “urne de’ forti” in Santa Croce a Firenze , Il sonetto “Alla sera” letto da Vittorio Gassman , Il sonetto “A Zacinto” letto , … e cantato dai ragazzi di una terza media Firenze, 6 febbraio 2017 – Ricordando che il 6 febbraio 1778 nasceva […]

VEDI I VIDEO L’inizio del carme “Dei Sepolcri” letto da Vittorio Gassman , Visita alle “urne de’ forti” in Santa Croce a Firenze , Il sonetto “Alla sera” letto da Vittorio Gassman , Il sonetto “A Zacinto” letto , … e cantato dai ragazzi di una terza media

Firenze, 6 febbraio 2017 – Ricordando che il 6 febbraio 1778 nasceva a Zante il grande Ugo Foscolo.

da Dei Sepolcri

All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne

confortate di pianto è forse il sonno

della morte men duro? Ove piú il Sole

per me alla terra non fecondi questa

bella d’erbe famiglia e d’animali,

e quando vaghe di lusinghe innanzi

a me non danzeran l’ore future,

né da te, dolce amico, udrò piú il verso

e la mesta armonia che lo governa,

né piú nel cor mi parlerà lo spirto

delle vergini Muse e dell’amore,

unico spirto a mia vita raminga,

qual fia ristoro a’ dí perduti un sasso

che distingua le mie dalle infinite

ossa che in terra e in mar semina morte?

Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,

ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve

tutte cose l’obblío nella sua notte;

e una forza operosa le affatica

di moto in moto; e l’uomo e le sue tombe

e l’estreme sembianze e le reliquie

della terra e del ciel traveste il tempo.

Ma perché pria del tempo a sé il mortale

invidierà l’illusïon che spento

pur lo sofferma al limitar di Dite?

Non vive ei forse anche sotterra, quando

gli sarà muta l’armonia del giorno,

se può destarla con soavi cure

nella mente de’ suoi? Celeste è questa

corrispondenza d’amorosi sensi,

celeste dote è negli umani; e spesso

per lei si vive con l’amico estinto

e l’estinto con noi, se pia la terra

che lo raccolse infante e lo nutriva,

nel suo grembo materno ultimo asilo

porgendo, sacre le reliquie renda

dall’insultar de’ nembi e dal profano

piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,

e di fiori odorata arbore amica

le ceneri di molli ombre consoli.

Sol chi non lascia eredità d’affetti

poca gioia ha dell’urna; e se pur mira

dopo l’esequie, errar vede il suo spirto

fra ‘l compianto de’ templi acherontei,

o ricovrarsi sotto le grandi ale

del perdono d’lddio: ma la sua polve

lascia alle ortiche di deserta gleba

ove né donna innamorata preghi,

né passeggier solingo oda il sospiro

che dal tumulo a noi manda Natura.

Pur nuova legge impone oggi i sepolcri

fuor de’ guardi pietosi, e il nome a’ morti

contende.

Ugo Foscolo 

(Dei Sepolcri, vv. 1-53, 1807)

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