Festa del Gatto con Pablo Neruda

VEDI I VIDEO “Ode al gatto” , “Oda al gato” , “Me gustas cuando callas”cantata da Mercedes Sosa , Neruda legge Neruda: “La Poesía” , “Ho fame della tua bocca” letta da Roul Bova Firenze, 17 febbraio 2020 – Ricordando che oggi, 17 febbraio, si celebra la Festa del Gatto. Perché proprio il 17 febbraio? Direttamente da Wikipedia: “La Festa […]

VEDI I VIDEO “Ode al gatto” , “Oda al gato” , “Me gustas cuando callas”cantata da Mercedes Sosa , Neruda legge Neruda: “La Poesía” , “Ho fame della tua bocca” letta da Roul Bova

Firenze, 17 febbraio 2020 Ricordando che oggi, 17 febbraio, si celebra la Festa del Gatto.

Perché proprio il 17 febbraio? Direttamente da Wikipedia: “La Festa del Gatto ricorre il 17 febbraio ed è nata nel 1990. La giornalista gattofila Claudia Angeletti propose un referendum tra i lettori della rivista “Tuttogatto” per stabilire il giorno da dedicare a questi affascinanti animali spesso bistrattati.

La proposta vincitrice fu quella della signora Oriella Del Col che così motivò la sua idea nel proporre questa data che racchiude molteplici significati: 1) febbraio è il mese del segno zodiacale dell’Acquario, ossia degli spiriti liberi ed anticonformisti come quelli dei gatti che non amano sentirsi oppressi da troppe regole; 2) tra i detti popolari febbraio veniva definito “il mese dei gatti e delle streghe” collegando in tal modo gatti e magia; 3) il numero 17, nella nostra tradizione è sempre stato ritenuto un numero portatore di sventura, stessa fama che, in tempi passati, è stata riservata al gatto; 4) la sinistra fama del 17 è determinata dall’anagramma del numero romano che da XVII si trasforma in “VIXI” ovvero “sono vissuto”, di conseguenza “sono morto”. Non così per il gatto che, per leggenda, può affermare di essere vissuto vantando la possibilità di altre vite; 5) il 17 diventa quindi ‘1 vita per 7 volte’!”.

Buono a sapersi! E buon Pablo Neruda, autore dell’Ode al gatto, e buona Festa del Gatto a tutti!

Marco Marchi

Ode al gatto

Gli animali furono imperfetti

lunghi di coda

plumbei di testa

piano piano si misero in ordine

divennero paesaggio

acquistarono nèi grazia volo

il gatto

soltanto il gatto

apparve completo

e orgoglioso

nacque completamente rifinito

cammina solo

e sa quello che vuole.

L’uomo

vuole essere pesce e uccello

il serpente vorrebbe avere ali

il cane è un leone spaesato

l’ingegnere vuol essere poeta

la mosca studia per rondine

il poeta

cerca di imitare la mosca

ma il gatto

vuol solo essere gatto

ed ogni gatto è gatto

dai baffi alla coda

dal fiuto al topo vivo

dalla notte

fino ai suoi occhi d’oro.

Non c’è unità come la sua

non hanno

la luna o il fiore

una tale coesione

è una sola cosa

come il sole o il topazio

e l’elastica linea de suo corpo

salda e sottile

è come la linea della prua

di una nave

i suoi occhi gialli

hanno lasciato una sola fessura

per gettarvi

le monete della notte.

Oh piccolo

imperatore senz’orbe

conquistatore senza patria

minima tigre di salotto

nuziale sultano del cielo

delle tegole erotiche

il vento dell’amore

all’aria aperta

reclami

quando passi e posi

quattro piedi delicati

sul suolo

fiutando

diffidando

di ogni cosa terrestre

perchè tutto

è immondo

per l ‘immacolato

piede del gatto

oh fiera indipendente

della casa

arrogante vestigio della notte

neghittoso ginnastico

ed estraneo

profondissimo gatto

poliziotto segreto

delle stanze

insegna

di un irreperibile velluto

probabilmente non c’è enigma

nel tuo contegno

forse non sei mistero

tutti sanno di te ed appartieni

all’abitante meno misterioso

forse tutti si credono padroni

proprietari parenti di gatti

compagni colleghi

discepoli o amici

del proprio gatto.

Io no

io non sono d’accordo

io non conosco il gatto

so tutto

la vita e il suo arcipelago

il mare e la città incalcolabile

la botanica

il gineceo coi suoi peccati

il per e il meno

della matematica

gli imbuti vulcanici del mondo

il guscio irreale

del coccodrillo

la bontà ignorata del pompiere

l’atavismo azzurro

del sacerdote

ma non riesco

a decifrare un gatto

sul suo distacco

la ragione slitta

numeri d’oro

stanno nei suoi occhi.

Oda al gato

Los animales fueron

imperfectos,

largos de cola, tristes

de cabeza.

Poco a poco se fueron

componiendo,

haciéndose paisaje,

adquiriendo lunares, gracia, vuelo.

El gato,

sólo el gato

apareció completo

y orgulloso:

nació completamente terminado,

camina solo y sabe lo que quiere.

El hombre quiere ser pescado y pájaro,

la serpiente quisiera tener alas,

el perro es un león desorientado,

el ingeniero quiere ser poeta,

la mosca estudia para golondrina,

el poeta trata de imitar la mosca,

pero el gato

quiere ser sólo gato

y todo gato es gato

desde bigote a cola,

desde presentimiento a rata viva,

desde la noche hasta sus ojos de oro.

No hay unidad

como él,

no tienen

la luna ni la flor

tal contextura:

es una sola cosa

como el sol o el topacio,

y la elástica línea en su contorno

firme y sutil es como

la línea de la proa de una nave.

Sus ojos amarillos

dejaron una sola

ranura

para echar las monedas de la noche.

Oh pequeño

emperador sin orbe,

conquistador sin patria,

mínimo tigre de salón, nupcial

sultán del cielo

de las tejas eróticas,

el viento del amor

en la intemperie

reclamas

cuando pasas

y posas

cuatro pies delicados

en el suelo,

oliendo,

desconfiando

de todo lo terrestre,

porque todo

es inmundo

para el inmaculado pie del gato.

Oh fiera independiente

de la casa, arrogante

vestigio de la noche,

perezoso, gimnástico

y ajeno,

profundísimo gato,

policía secreta

de las habitaciones,

insignia

de un

desaparecido terciopelo,

seguramente no hay

enigma

en tu manera,

tal vez no eres misterio,

todo el mundo te sabe y perteneces

al habitante menos misterioso,

tal vez todos lo creen,

todos se creen dueños,

propietarios, tíos

de gatos, compañeros,

colegas,

discípulos o amigos

de su gato.

Yo no.

Yo no suscribo.

Yo no conozco al gato.

Todo lo sé, la vida y su archipiélago,

el mar y la ciudad incalculable,

la botánica,

el gineceo con sus extravíos,

el por y el menos de la matemática,

los embudos volcánicos del mundo,

la cáscara irreal del cocodrilo,

a bondad ignorada del bombero,

el atavismo azul del sacerdote,

pero no puedo descifrar un gato.

Mi razón resbaló en su indiferencia,

sus ojos tienen números de oro.

Pablo Neruda

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