Epifania con Eliot, Luzi e Pasolini

VEDI IL VIDEO T.S. Eliot legge “Journey of the Magi” , L’Epifania secondo Pasolini (dal “Vangelo secondo Matteo”, 1964) , L’Adorazione dei Magi nella storia dell’arte Firenze, 6 gennaio 2015 Il viaggio dei Magi Fu un freddo avvento per noi, Proprio il tempo peggiore dell’anno Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo Le vie […]

VEDI IL VIDEO T.S. Eliot legge “Journey of the Magi” , L’Epifania secondo Pasolini (dal “Vangelo secondo Matteo”, 1964) , L’Adorazione dei Magi nella storia dell’arte

Firenze, 6 gennaio 2015

Il viaggio dei Magi

Fu un freddo avvento per noi,

Proprio il tempo peggiore dell’anno

Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo

Le vie fangose e la stagione rigida

Nel cuore dell’inverno.

E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili

Sdraiati nella neve che si scioglie.

Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo

I palazzi d’estate sui pendii, le terrazze,

E le fanciulle seriche che portano il sorbetto.

Poi i cammellieri che imprecavano e maledicevano

E disertavano, e volevano, donne e liquori,

E i fuochi notturni s’estinguevano, mancavano ricoveri,

E le città ostili e i paesi nemici

Ed i villaggi sporchi e tutto a caro prezzo:

Ore difficili avemmo.

Preferimmo viaggiare di notte,

Dormendo solo a tratti,

Con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo

Che questo era tutta follia.

Poi all’alba giungemmo a una valle più tiepida,

Umida, sotto la linea della neve, tutta odorante di vegetazione;

Con un ruscello in corsa ed un molino ad acqua che batteva il buio,

E tre alberi contro il cielo basso,

E un vecchio cavallo bianco al galoppo sul prato.

Poi arrivammo a una taverna con l’architrave coperta di pampini,

Sei mani ad una porta aperta giocavano a dadi monete d’argento,

E piedi davano calci agli otri vuoti.

Ma non avemmo alcuna informazione, e così proseguimmo

Ed arrivati a sera non un solo momento troppo presto

Trovammo il posto; cosa soddisfacente voi direte.

Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,

E lo farei di nuovo, ma considerate

Questo considerate

Questo: ci trascinarono per tutta quella strada

Per una Nascita o per una Morte? Vi fu una Nascita, certo,

Ne avemmo prova e non avemmo dubbio. Avevo detto nascita e morte

Ma le avevo pensate differenti; per noi questa Nascita fu

Come un’aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte

Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,

Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,

Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.

Io sarei lieto di un’altra morte.

Journey of the Magi

A cold coming we had of it,

Just the worst time of the year

For a journey, and such a long journey:

The ways deep and the weather sharp,

The very dead of winter.

And the camels galled, sore-footed, refractory,

Lying down in the melting snow.

There were times when we regretted

The summer palaces on slopes, the terraces,

And the silken girls bringing sherbet.

Then the camel men cursing and grumbling

And running away, and wanting their liquor and women,

And the night-fires going out, and the lack of shelters,

And the cities dirty and the towns unfriendly

And the villages dirty and charging high prices:

A hard time we had of it.

At the end we preferred to travel all night,

Sleeping in snatches,

With the voices singing in our ears, saying

That this was all folly.

Then at dawn we came down to a temperate valley,

Wet, below the snow line, smelling of vegetation;

With a running stream and a water mill beating the darkness,

And three trees on the low sky,

And an old white horse galloped away in the meadow.

Then we came to a tavern with vine-leaves over the lintel,

Six hands at an open door dicing for pieces of silver,

And feet kicking the empty wineskins.

But there was no information, and so we continued

And arrived at evening, not a moment too soon

Finding the place; it was (you may say) satisfactory.

All this was a long time ago, I remember,

And I would do it again, but set down

This set down

This: were we led all that way for

Birth or Death? There was a Birth, certainly,

We had evidence and no doubt. I had seen birth and death,

But had thought they were different; this Birth was

Hard and bitter agony for us, like Death, our death.

We returned to our places, these Kingdoms,

But no longer at ease here, in the old dispensation,

With an alien people clutching their gods.

I should be glad of another death.

Thomas Stearns Eliot

(Journey of the Magi, 1927)

Epifania

Notte, la notte d’ansia e di vertigine

quando nel vento a fiotti interstellare,

acre, il tempo finito sgrana i germi

del nuovo, dell’intatto, e a te che vai

persona semiviva tra due gorghi

tra passato e avvenire giunge al cuore

la freccia dell’anno… e all’improvviso

la fiamma della vita vacilla nella mente.

Chi spinge muli su per la montagna

tra le schegge di pietra e le cataste

si turba per un fremito che sente

ch’è un fremito di morte e di speranza.

In una notte come questa,

in una notte come questa l’anima,

mia compagna fedele inavvertita

nelle ore medie

nei giorni interni grigi delle annate,

levatasi fiutò la notte tumida

di semi che morivano, di grani

che scoppiavano, ravvisò stupita

i fuochi in lontananza dei bivacchi

più vividi che astri. Disse: è l’ora.

Ci mettemmo in cammino a passo rapido,

per via ci unimmo a gente strana.

                                                      Ed ecco

il convoglio sulle dune dei Magi

muovere al passo dei cammelli verso

la Cuna. Ci fu ressa di fiaccole, di voci.

Vidi gli ultimi d’una retroguardia frettolosa.

E tutto passò via tra molto popolo

e gran polvere. Gran polvere.

Chi andò, chi recò doni

o riposa o se vigila non teme

questo vento di mutazione:

tende le mani ferme sulla fiamma,

sorride dal sicuro

d’una razza di longevi. 

Non più tardi di ieri, ancora oggi.

Mario Luzi

(da Onore del vero, 1957)

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