Cernuda e la libertà dell’amore

VEDI I VIDEO  “Si el hombre pudiera decir lo que ama” letta dal poeta , “Le sirene” ,  “La sombra” , “Quisiera saber por qué esta muerte” ,  “Donde habite el olvido” letta dal poeta , La Generazione del ‘27 Firenze, 8 novembre 2018 – Ricordando che il 5 novembre scorso ricorreva l’anniversario della morte del poeta […]

VEDI I VIDEO  “Si el hombre pudiera decir lo que ama” letta dal poeta , “Le sirene”“La sombra” , “Quisiera saber por qué esta muerte” ,  “Donde habite el olvido” letta dal poeta , La Generazione del ‘27

Firenze, 8 novembre 2018 – Ricordando che il 5 novembre scorso ricorreva l’anniversario della morte del poeta spagnolo Luis Cernuda (Città del Messico, 5 novembre 1963).

Se potesse l’uomo dire ciò che ama

Se potesse l’uomo dire ciò che ama,

se potesse l’uomo il suo amore alzare al cielo

se come i muri a frantumarsi,

per salutare l’eretta verità nel mezzo

il suo corpo potesse frantumare,

per lasciare la sola verità dell’amore suo,

la verità di sé stesso,

che non si chiama gloria, o fortuna, né ambizione

ma desiderio e amore,

sarei, io, quello che immaginavo;

quello che con la sua lingua, coi suoi occhi e con le mani

proclama innanzi agli uomini la verità ignorata,

la verità del suo amore vero.

Non conosco libertà, se non la libertà di essere preso da qualcuno

e dal suo nome, che non posso sentire senza brividi;

qualcuno per cui scordare questa esistenza vile,

per cui mi sono tali giorno e notte secondo la volontà sua,

e il mio spirito e il mio corpo ondeggiano nel suo spirito e corpo,

come legni perduti che solleva il mare o annega,

liberamente, con la libertà dell’amore,

libertà unica a esaltarmi,

libertà unica a morirne.

Dai tu ragione all’esistenza mia:

non ho vissuto se non ti conosco,

perché non ho vissuto io non muoio, se prima non ti ho conosciuto.

(traduzione di Maria Rita Traina)

Si el hombre pudiera decir lo que ama

Si el hombre pudiera decir lo que ama,

si el hombre pudiera levantar su amor por el cielo

como una nube en la luz;

si como muros que se derrumban,

para saludar la verdad erguida en medio,

pudiera derrumbar su cuerpo,

dejando sólo la verdad de su amor,

la verdad de sí mismo,

que no se llama gloria, fortuna o ambición,

sino amor o deseo,

yo sería aquel que imaginaba;

aquel que con su lengua, sus ojos y sus manos

proclama ante los hombres la verdad ignorada,

la verdad de su amor verdadero.

Libertad no conozco sino la libertad de estar preso en alguien

cuyo nombre no puedo oír sin escalofrío;

alguien por quien me olvido de esta existencia mezquina

por quien el día y la noche son para mí lo que quiera,

y mi cuerpo y espíritu flotan en su cuerpo y espíritu

como leños perdidos que el mar anega o levanta

libremente, con la libertad del amor,

la única libertad que me exalta,

la única libertad por que muero.

Tú justificas mi existencia:

si no te conozco, no he vivido;

si muero sin conocerte, no muero, porque no he vivido.

Luis Cernuda

(da “Los placeres prohibidos”, 1931)

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