Capodanno con Neruda

VEDI I VIDEO ”Ode al primo giorno dell’anno” , “Oda al primer día del año” , Neruda legge Neruda , Neruda intervistato da Gabriel García Márquez Firenze, 1 gennaio 2015 Ode al primo giorno dell’anno Lo distinguiamo dagli altri come se fosse un cavallino diverso da tutti i cavalli. Gli adorniamo la fronte con un nastro, gli posiamo sul collo sonagli […]

VEDI I VIDEO ”Ode al primo giorno dell’anno” , “Oda al primer día del año” , Neruda legge Neruda , Neruda intervistato da Gabriel García Márquez

Firenze, 1 gennaio 2015

Ode al primo giorno dell’anno

Lo distinguiamo dagli altri

come se fosse un cavallino

diverso da tutti i cavalli.

Gli adorniamo la fronte

con un nastro,

gli posiamo sul collo sonagli colorati,

e a mezzanotte

lo andiamo a ricevere

come se fosse

un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia

al pane di ieri,

come un anello a tutti gli anelli: i giorni

sbattono le palpebre

chiari, tintinnanti, fuggiaschi,

e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l’ultimo

giorno

di questo

anno

in una ferrovia, verso le piogge

del distante arcipelago violetto,

e l’uomo

della macchina,

complicata come un orologio del cielo,

che china gli occhi

all’infinito

modello delle rotaie,

alle brillanti manovelle,

ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni

sboccati

verso stazioni

nere della notte.

Questa fine dell’anno

senza donna e senza figli,

non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

Dalle vie

e dai sentieri

il primo giorno, la prima aurora

di un anno che comincia,

ha lo stesso ossidato

colore di treno di ferro:

e salutano gli esseri della strada,

le vacche, i villaggi,

nel vapore dell’alba,

senza sapere che si tratta

della porta dell’anno,

di un giorno scosso da campane,

fiorito con piume e garofani.

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno

dorato, grigio, celeste,

lo dispiegherà in colline

lo bagnerà con frecce

di trasparente pioggia

e poi lo avvolgerà

nell’ombra.

Eppure

piccola porta della speranza,

nuovo giorno dell’anno,

sebbene tu sia uguale agli altri

come i pani

a ogni altro pane,

ci prepariamo a viverti in altro modo,

ci prepariamo a mangiare, a fiorire,

a sperare.

Ti metteremo

come una torta

nella nostra vita,

ti infiammeremo

come un candelabro,

ti berremo

come un liquido topazio.

Giorno dell’anno nuovo,

giorno elettrico, fresco,

tutte le foglie escono verdi

dal tronco del tuo tempo.

Incoronaci

con acqua,

con gelsomini aperti,

con tutti gli aromi spiegati,

sì,

benché tu sia solo un giorno,

un povero giorno umano,

la tua aureola palpita

su tanti cuori stanchi

e sei,

oh giorno nuovo,

oh nuvola da venire,

pane mai visto,

torre permanente!

(traduzione di Alessandra Mazzucco)

Oda al primer día del año

Lo distinguimos

como

si fuera

un caballito

diferente de todos

los caballos.

Adornamos

su frente

con una cinta,

le ponemos

al cuello cascabeles colorados,

y a medianoche

vamos a recibirlo

como si fuera

explorador que baja de una estrella.

Como el pan se parece

al pan de ayer,

como un anillo a todos los anillos:

los días

parpadean

claros, tintineante, fugitivos,

y se recuestan en la noche oscura.

Veo el último

día

de este

año

en un ferrocarril, hacia las lluvias

del distante archipiélago morado,

y el hombre

de la máquina,

complicada como un reloj del cielo,

agachando los ojos

a la infinita

pauta de los rieles,

a las brillantes manivelas,

a los veloces vínculos del fuego.

Oh conductor de trenes

desbocados

hacia estaciones

negras de la noche.

este final

del año

sin mujer y sin hijos,

no es igual al de ayer, al de mañana?

Desde las vías

y las maestranzas

el primer día, la primera aurora

de un año que comienza,

tiene el mismo oxidado

color de tren de hierro:

y saludan

los seres del camino,

las vacas, las aldeas,

en el vapor del alba,

sin saber

que se trata

de la puerta del año,

de un día

sacudido

por campanas,

adornado con plumas y claveles,

La tierra

no lo

sabe:

recibirá

este día

dorado, gris, celeste,

lo extenderá en colinas,

lo mojará con

flechas

de

transparente

lluvia,

y luego

lo enrollará

en su tubo,

lo guardará en la sombra.

Así es, pero

pequeña

puerta de la esperanza,

nuevo día del año,

aunque seas igual

como los panes

a todo pan,

te vamos a vivir de otra manera,

te vamos a comer, a florecer,

a esperar.

Te pondremos

como una torta

en nuestra vida,

te encenderemos

como candelabro,

te beberemos

como

si fueras un topacio.

Día

del año

nuevo,

día eléctrico, fresco,

todas

las hojas salen verdes

del

tronco de tu tiempo.

Corónanos

con

agua,

con jazmines

abiertos,

con todos los aromas

desplegados,

sí,

aunque

sólo

seas

un día,

un pobre

día humano,

tu aureola

palpita

sobre tantos

cansados

corazones,

y eres,

oh día

nuevo,

oh nube venidera,

pan nunca visto,

torre

permanente!

Pablo Neruda 

(da Terzo libro delle odi, 1957)

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