Arte e umanità. Adonis

VEDI I VIDEO “Dobbiamo lavorare tutti per l’arte” , Poesia e impegno , Adonis legge e commenta Adonis (sottotitoli in inglese) , Adonis e le rivoluzioni arabe (in francese) Firenze, 18 ottobre 2015 – Pluricandidato al Premio Nobel, Adonis – nome d’arte di ‘Ali Ahmad Sa’id Isbir, siriano d’origine, poi cittadino libanese, da molti anni francese, classe 1930 – è un poeta arabo di assoluto rilievo […]

VEDI I VIDEO “Dobbiamo lavorare tutti per l’arte” , Poesia e impegno , Adonis legge e commenta Adonis (sottotitoli in inglese) , Adonis e le rivoluzioni arabe (in francese)

Firenze, 18 ottobre 2015 – Pluricandidato al Premio NobelAdonis – nome d’arte di ‘Ali Ahmad Sa’id Isbir, siriano d’origine, poi cittadino libanese, da molti anni francese, classe 1930 – è un poeta arabo di assoluto rilievo nel quadro della letteratura mondiale di oggi. La sua opera, vasta, qualificata e molto tradotta – dai Canti di Mihyar il damasceno a Il teatro e gli specchi, dal Libro delle metamorfosi e Celebrazione delle cose oscure e chiare a Un desiderio che avanza sulle mappe della materia e Memoria del vento –, ha presto previsto la rottura degli schemi convenzionali della poesia arabo-islamica, facendosi portavoce, nell’innovare e nell’aprirsi a forme e valori universali, di una rinascita di quella tradizione e, insieme, della rigorosa difesa della libertà di pensiero che nel fatto artistico culmina e si celebra.

Distante da ogni rigido confessionalismo come da ogni ossequio al potere, parimenti critico nei confronti del cinismo dell’Occidente, Adonis ha sostenuto e poeticamente interpretato con i suoi versi l’importanza della condivisione e della interrelazione fra le varie culture, valorizzando il senso di «opera comune» rivendicabile alla poesia, tra ascolto del presente, memoria del passato e speranza.

Si segnalano così, assieme alla sua produzione lirica, le sue pubblicazioni in prosa e di tipo saggistico: Introduzione alla poesia arabaIl fisso e il mutevoleLa preghiera e la spadaLa musica della balena azzurra e Oceano nero, senza dimenticare la bella riflessione-testimonianza sulla morte elaborata durante la guerra civile a Beirut dal titolo Il libro dell’assedio.

Ha dichiarato Adonis nel corso di un suo viaggio in Italia, siglando l’apertura a un collettivo e davvero globale «noi» dell’arte, rispettoso delle pluralità e delle differenze: «Sì, sono d’accordo con Publio Terenzio Afro, Homo sum, humani nihil a me alienum puto; sono un uomo, non ritengo a me estraneo nulla di ciò che è umano». «A Napoli – ha detto ancora – la tomba di Virgilio è accanto a quella di Leopardi, segno di una continuità che è anch’essa una forma di dialogo attraverso lo spazio e il tempo. In modo analogo, si può essere di religioni diverse, ma quando vediamo la statua del Cristo velato di Giuseppe Sammartino nella Cappella Sansevero contempliamo un’espressione dell’arte umana. L’arte aiuta a portare tutto su un piano di profonda umanità».

Marco Marchi

La rosa dell’alchimia

Nel paradiso della cenere dovrei viaggiare

tra i suoi alberi nascosti,

nella cenere vi sono fiabe,

diamanti e un vello d’oro.

Nella fame dovrei viaggiare, nelle rose,

verso la mietitura dovrei viaggiare,

riposare sotto l’arco delle labbra orfane,

nelle labbra orfane, nella loro ombra ferita

è la rosa dell’alchimia.

Pace

Pace

ai volti che, soli, vanno nella solitudine del deserto,

all’oriente vestito d’erba e fuoco.

Pace alla terra lavata dal mare

al tuo amore, pace…

la tua nudità folgorante le sue piogge mi ha dato

il tuono consacrato nel petto

è maturato il tempo

avanza il mio sangue

prendimi e sparisci splendore d’oriente

perdimi hai cosce d’eco e lampo

prendimi del mio corpo copriti

favore il mio fuoco

astro la mia ferita è guida

m’infiammo…

stella divampo,

la disegno

dalla mia patria fuggendo nella mia patria,

divampo stella,

la disegna nella traccia dei suoi giorni perduti

oh cenere della parola

la mia storia ha un figlio nella tua notte?

Canto

T’invoco, o fine della notte,

sul mio letto prolungati o inebriati,

sul mio letto sii maga,

a dire t’esorto che cosa dice l’amore all’amante

alla fine delle stagioni.

Dialogo

Un sipario fra me e te, non mi vedrai,

schiettezza e rivelazione da dove ti arriveranno?

La morte è calata nel tuo cuore,

allora fa’ che la morte ti illumini.

Come violare potresti la consuetudine?

Deliri, vaneggi

le mie regole non han presa su te.

– Sono le tue fondamenta

il mio sole ti ha maturato

anello, ti ho infilato a sigillo del tempo.

 Adonis 

(da Nella pietra e nel vento, Mesogea, 1999, a cura di Francesca Corrao, versione poetica di Giacomo Trinci)

Seguici anche sulla Pagina Facebook del Premio Letterario Castelfiorentino

ARCHIVIO POST PRECEDENTI

Le ultime NOTIZIE DI POESIA

NOTIZIE DI POESIA 2012 , NOTIZIE DI POESIA 2013 , NOTIZIE DI POESIA 2014 , NOTIZIE DI POESIA gennaio-marzo 2015 , NOTIZIE DI POESIA aprile-giugno 2015 , NOTIZIE DI POESIA luglio-settembre 2015