Anne Sexton, l’amante e la moglie dell’amante

VEDI I VIDEO “Al mio amante che torna da sua moglie” , “For My Lover, Returning to His Wife” letta da Anne Sexton , Breve profilo (in lingua inglese) Firenze, 5 ottobre 2014 – Ricordando l’anniversario che ieri ricorreva di Anne Sexton, scrittrice e poetessa statunitense morta suicida a Weston, nel Massachussets, il 4 ottobre 1974. Anne Sexton era nata nel 1928 a […]

VEDI I VIDEO “Al mio amante che torna da sua moglie” , “For My Lover, Returning to His Wife” letta da Anne Sexton Breve profilo (in lingua inglese)

Firenze, 5 ottobre 2014 – Ricordando l’anniversario che ieri ricorreva di Anne Sexton, scrittrice e poetessa statunitense morta suicida a Weston, nel Massachussets, il 4 ottobre 1974.

Anne Sexton era nata nel 1928 a Newton, nei pressi di Boston, e all’anagrafe il suo vero nome era Anne Gray Harvey“Bella e dannata, sexy e infantile, sposata e sciupamaschi, indifesa ed esibizionista, plurisuicida con un incrollabile senso dell’umorismo, autodidatta e docente universitaria, atea e religiosa…”

Così la definisce Rosaria Lo Russo, curatrice e traduttrice per la casa editrice Le Lettere dei testi della Sexton, tra i quali ricordiamo Il libro della follia, Taccuino della morte, Con pietà per gli avidi, Carte di Gesù,  Angeli delle storie di sesso e Il tremendo remare.

E direttamente da un sito Internet, ecco altre notizie utili a connotare la Sexton: “Contemporanea di Sylvia Plath, figure tristemente legate, per le esperienze e il tragico epilogo delle loro vite, anime affini e quindi rivali, Anne Sexton è la strega della letteratura americana. Figura anticonformista, l’altra faccia della donna, tutta rosetto e chioma biondo-ossigenato, che l’America perbenista e rassicurante degli anni 60 si compiaceva di vedergli sfornare ottimi stufati e bellissimi bambini da mandare a morire in Vietnam.

La “possessed witch” vola di notte e turba i sogni più tranquilli, non sussura “happy birthday mr. president” con voce roca e sensuale, ma grida il suo imbarazzo di essere ridotta ad angelo del focolare (“fixed the suppers for the worms and the elves: / whining, rearranging the disaligned. / A woman like that is misunderstood. / I have been her kind.”). Rivendicando fino all’ultimo la sua indipendenza, esprimendo la sua sensualità viva e vitale (scrive “My mouth blooms like a cut”) senza reticenze e falsi pudori, fino al suo ultimo atto di non obbedienza e allo stesso tempo di sconfitta. Il 4 ottobre del 1974 si toglie la vita, inalando monosiddo di carbonio nel garage della sua abitazione” (da Asterischi. Note a pie’ di pagina).

Marco Marchi

Al mio amante che torna da sua moglie

Lei è tutta là.

Per te con maestria fu fusa e fu colata,

per te forgiata fin dalla tua infanzia,

con le tue cento biglie predilette fu costrutta.

Lei è sempre stata là, mio caro.

Infatti è deliziosa.

Fuochi d’artificio in un febbraio uggioso

e concreta come pentola di ghisa.

Diciamocelo, sono stata di passaggio.

Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.

Mi svolazzano i capelli dal finestrino.

Son fumo, cozze fuori stagione.

Lei è molto di più. Lei ti è dovuta,

t’incrementa le crescite usuali e tropicali.

Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.

S’occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,

ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,

s’è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,

ha esposto tre bambini al plenilunio,

tre puttini disegnati da Michelangelo,

l’ha fatto a gambe spalancate

nei mesi faticosi alla cappella.

Se dai un’occhiata, i bambini sono lassù

sospesi alla volta come delicati palloncini.

Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,

e loro tutt’e tre a testa bassa,

piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,

e la sua faccia avvampa neniando il loro

poco sonno.

Ti restituisco il cuore.

Ti dò libero accesso:

al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,

alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,

e alla sua ferita sepolta

– alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa –

al pallido bagliore tremolante sotto le costole,

al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso sinistro,

alle sue ginocchia materne, alle calze,

alla giarrettiera – per il richiamo –

lo strano richiamo

quando annaspi tra braccia e poppe

e dai uno strattone al suo nastro arancione

rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.

Lei è così nuda, è unica.

È la somma di te e dei tuoi sogni.

Montala come un monumento, gradino per gradino.

Lei è solida.

Quanto a me, io sono un acquerello.

Mi dissolvo.

(traduzione di Rosaria Lo Russo)

For My Lover, Returning To His Wife

She is all there.

She was melted carefully down for you

and cast up from your childhood,

cast up from your one hundred favorite aggies.

She has always been there, my darling.

She is, in fact, exquisite.

Fireworks in the dull middle of February

and as real as a cast-iron pot.

Let’s face it, I have been momentary.

A luxury. A bright red sloop in the harbor.

My hair rising like smoke from the car window.

Littleneck clams out of season.

She is more than that. She is your have to have,

has grown you your practical your tropical growth.

This is not an experiment. She is all harmony.

She sees to oars and oarlocks for the dinghy,

has placed wild flowers at the window at breakfast,

sat by the potter’s wheel at midday,

set forth three children under the moon,

three cherubs drawn by Michelangelo,

done this with her legs spread out

in the terrible months in the chapel.

If you glance up, the children are there

like delicate balloons resting on the ceiling.

She has also carried each one down the hall

after supper, their heads privately bent,

two legs protesting, person to person,

her face flushed with a song and their little sleep.

I give you back your heart.

I give you permission –

for the fuse inside her, throbbing

angrily in the dirt, for the bitch in her

and the burying of her wound –

for the burying of her small red wound alive –

for the pale flickering flare under her ribs,

for the drunken sailor who waits in her left pulse,

for the mother’s knee, for the stocking,

for the garter belt, for the call –

the curious call

when you will burrow in arms and breasts

and tug at the orange ribbon in her hair

and answer the call, the curious call.

She is so naked and singular

She is the sum of yourself and your dream.

Climb her like a monument, step after step.

She is solid.

As for me, I am a watercolor.

I wash off.

Anne Sexton

(da Poesie d’amore, Le Lettere 1996)

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