Buon compleanno, Manzoni!

VEDI I VIDEO “Adelchi” secondo Carmelo Bene , L’ode “Il cinque maggio” letta da Vittorio Gassman , L’ “Addio ai monti” letto da Giancarlo Sbragia, con Paola Pitagora, da “I promessi sposi” di Sandro Bolchi (1967) , “La madre di Cecilia” letta da Laura Lattuada, da “I promessi sposi” di Salvatore Nocita (1989) Firenze, 7 marzo […]

VEDI I VIDEO “Adelchi” secondo Carmelo Bene , L’ode “Il cinque maggio” letta da Vittorio Gassman , L’ “Addio ai monti” letto da Giancarlo Sbragia, con Paola Pitagora, da “I promessi sposi” di Sandro Bolchi (1967) , “La madre di Cecilia” letta da Laura Lattuada, da “I promessi sposi” di Salvatore Nocita (1989)

Firenze, 7 marzo 2017 – Ricordando che il 7 marzo 1785 nasceva a Milano Alessandro Manzoni.

da Adelchi

Palazzo reale in Pavia.

DESIDERIO, ADELCHI, VERMONDO.

Vermondo.

O mio re Desiderio, e tu del regno

Nobil collega, Adelchi, il doloroso

Ed alto ufizio che alla nostra fede

Commetteste, è fornito. All’arduo muro


Che Val di Susa chiude, e dalla franca

La longobarda signoria divide,

Come imponeste, noi ristemmo; ed ivi,

Tra le franche donzelle, e gli scudieri,

Giunse la nobilissima Ermengarda;

E da lor si divise, ed alla nostra

Fida scorta si pose. I riverenti

Lunghi commiati del corteggio, e il pianto

Mal trattenuto in ogni ciglio, aperto

Mostrar che degni eran color d’averla

Sempre a regina, e che de’ Franchi stessi

Complice alcuno in suo pensier non era

Del vil rifiuto del suo re; che vinti

Tutti i cori ella avea, trattone un solo.

Compimmo il resto della via. Nel bosco

Che intorno al vallo occidental si stende,

La real donna or posa: io la precorsi,

L’annunzio ad arrecar.

Desiderio.

L’ira del cielo,

E l’abbominio della terra, e il brando

Vendicator, sul capo dell’iniquo,

Che pura e bella dalle man materne

La mia figlia si prese, e me la rende

Con l’ignominia d’un ripudio in fronte!

Onta a quel Carlo, al disleal, per cui

Annunzio di sventura al cor d’un padre

È udirsi dir che la sua figlia è giunta!

Oh! questo dì gli sia pagato: oh! cada

Tanto in fondo costui, che il più tapino,

L’ultimo de’ soggetti si sollevi

Dalla sua polve, e gli s’accosti, e possa

Dirgli senza timor: tu fosti un vile,

Quando oltraggiasti una innocente.

Adelchi.

O padre,

Ch’io corra ad incontrarla, e ch’io la guidi

Al tuo cospetto. Oh lassa lei, che invano

Quel della madre cercherà! Dolore

Sopra dolor! Su queste soglie, ahi! troppe

Memorie acerbe affolleransi intorno

A quell’anima offesa. Al fiero assalto

Sprovveduta non venga, e senta prima

Una voce d’amor che la conforti.

Alessandro Manzoni

(da Adelchi, atto I, scena II)

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