Nell’imbuto dei Balcani, al confine tra Serbia e Ungheria, si è rivisto anche il lancio di cibo e acqua al popolo dei migranti, triste immagine di altri tempi. Sono nate tendopoli spontanee alle dogane, in difficili condizioni igieniche: “Guardi questo piccino, ha quattro giorni” singhiozza una giovane funzionaria dell’Unhcr, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati, dando alla madre stremata latte in polvere per il bimbo e pane per la donna. Migliaia di persone vengono messe in marcia per chilometri con l’illusione, quasi sempre traditrice, dell’apertura di una temporanea breccia nel diktat del governo magiaro. I maligni raccontano che i rifugiati “buoni”, cioè i siriani, siano passati quasi tutti ma a Damasco ogni sessanta secondi una famiglia lascia la propria casa.
Chilometri su chilometri, sotto il sole, con bimbi piccoli, anziani, gente che si sta ammalando, con zaini, sporte, coperte per la notte. Famiglie e amici che si perdono durante il viaggio e poi si ritrovano con l’aiuto del destino e di Facebook. Urla, pianti, liti, strazio.“Grazie Serbia” gridava martedì il popolo dei migranti asserragliato di fronte al confine chiuso e blindato: é l’ennesima notte da migrante accampato davanti ai valichi blindati. “Mamma Merkel, aiutaci tu” era scritto sul cartello di una bambina issata sulle spalle del padre.
La migrazione ha ormai un sapore biblico che i governi del vecchio continente non affrontano e la piccola comunità di Horgos non può che subire, e magari lucrarci qualcosa con cinico opportunismo grazie a taxi, viveri e cibo venduti a prezzo ingiusto. La marea dei rifugiati continua dunque ad infrangersi contro il muro magiaro ma, come l’acqua che sbatte contro un ostacolo, scivola via e trova altre vie per scendere verso il proprio mare: il flusso migratorio in ingresso dalla Macedonia si dirige ora verso la Croazia, con l’idea di passare in Slovenia dove restare o proseguire verso nord. I più intraprendenti lo stanno già facendo. Le difficoltà sono enormi e un flusso migratorio di questa portata diventa esplosivo, se non regolamentato: oltretutto, ingressi senza alcun tipo di controllo stanno inducendo timori per la sicurezza. E l’altalena esasperante tra false promesse e disillusioni, ora dopo ora, giorno dopo giorno, rischia di creare leadership incattivite.
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